Il CEO di Apple Tim Cook ha inviato una email ai suoi dipendenti per esprimere il suo disappunto nei confronti dell’esecutivo sull’immigrazione firmato poche ore fa dal nuovo presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Nella lettera, Cook ha specificato: “non è una politica che supportiamo”.
Cook ha spiegato che la società è in contatto con tutti i dipendenti che potrebbero essere colpiti dall’esecutivo in questione. In aggiunta, il colosso tech avrebbe anche già contattato la Casa Bianca per spiegare che tale restrizione non fa altro che danneggiare la società (così come tante altre). Ecco l’intera email di Cook:
«Team,
Durante i miei incontri a Washington di questa settimana, ho chiarito che Apple crede profondamente nell’importanza dell’immigrazione — il futuro della nostra società e della nostra nazione. Apple non esisterebbe senza l’immigrazione, che ci ha permesso di crescere ed innovare nella nostra maniera.
Ho saputo che molti di voi sono molto preoccupati per l’ordine esecutivo firmato ieri che impone restrizioni sull’immigrazione da sette importanti paesi Musulmani. Condivido la vostra preoccupazione. Non è una politica che supportiamo.
Ci sono dipendenti in Apple che sono direttamente colpiti dall’ordine sull’immigrazione di ieri. I nostri team HR, Legal e Security sono in contatto con loro, ed Apple farà tutto il possibile per sostenerli. Stiamo fornendo risorse su AppleWeb per tutti quelli con domande e preoccupazioni sulle politiche d’immigrazione. E abbiamo contattato la Casa Bianca per chiarire gli effetti negativi sulla nostra società e sui nostri colleghi.
Come ho detto più volte, la diversità rende il nostro team più forte. E se c’è una cosa che so sulle persone alla Apple, è la profonda empatia e il supporto verso l’altro. È importante ora come lo è sempre stato, e non si indebolirà per nulla. So che posso contare su ognuno di voi affinché tutti in Apple siano ben accolti, rispettati e stimati.
Apple è aperta. Aperta a tutti, non importa da dove vengono, che lingua parlano, chi amano o chi adorano. I nostri dipendenti rappresentano il talento più puro al mondo.
Con le parole del Dr. Martin Luther King, “Siamo arrivati con navi diverse, ma ora siamo sulla stessa barca”
Tim»
La lettere di Tim Cook riguarda l’ordine esecutivo che impone una serie di restrizioni per gli accessi negli Stati Uniti d’America, che sono stati sospesi per 3 mesi da Siria, Iran, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan e Yemen. L’ordine ha portato numerosi immigrati a restare bloccati negli aeroporti in tutto il paese, e le conseguenze della sua approvazioni non si sono fatte attendere.
Numerose società tech (Apple, Google, Microsoft, Twitter, Slack, Amazon, Tesla e Uber per citarne alcune) hanno rivelato una certa preoccupazione per l’esecutivo approvato, difendendo chi più chi meno l’uguaglianza. Anche su Twitter non mancano i messaggi di personaggi di spicco che si sono schierati contro la decisione di Trump. Proprio sul social network, Cook ha voluto condividere le parole di Abraham Lincoln:
Deeply moved today visiting @FordsTheatreNPS and Peterson House where Abraham Lincoln took his last breath. His words are timeless. pic.twitter.com/z6mMAvOdzK
— Tim Cook (@tim_cook) 28 gennaio 2017
Via | MacRumors
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