Vi siete mai chiesti che fine fanno i nostri dispositivi dopo essere stati rubati, chi è stato a rubarli oppure ancora se mai riusciremo a recuperarli? A queste ed altre domande trova risposta un documentario realizzato da un ragazzo dopo essersi trovato malauguratamente nella situazione in cui nessuno vorrebbe mai trovarsi.
Dopo che il suo primo iPhone gli fu rubato, Anthony van der Meer, studente di Cinema nei Paesi Bassi, non poté trattenersi dal tentare un esperimento che gli ha consentito di realizzare un documentario che risponde esaustivamente, basandosi su dati e situazioni reali, alle domande che lui, come qualsiasi utente nelle sue condizioni, si è trovato a porsi.
Affidandosi ad un HTC One M7 su cui era stata precedentemente installata l’app spyware “Cerberus”, Anthony, dopo essere riuscito a farselo rubare volutamente lasciandolo incustodito per le strade di Rotterdam , è riuscito a monitorare le azioni e le operazioni svolte dal ladro successivamente al furto.
“Cerberus”, app presente su Android, a differenza di “trova il mio iPhone” di Apple che riesce esclusivamente a rintracciare geograficamente il dispositivo, consente letteralmente di “spiare” il ladro controllando in remoto lo smartphone appena viene connesso ad una rete internet.
Il ladro, a distanza di qualche giorno dal furto, ha inserito una SIM nel dispositivo e, una volta connesso quest’ultimo ad internet, ha consentito allo studente di prenderne il controllo e di lasciarlo rovistare fra le sue foto fra cui ovviamente comparivano addirittura dei selfie.
Oltre alle foto, Van der Meer è riuscito anche ad ascoltare le conversazioni private del ladro che gli hanno consentito di constatare i gravi problemi economici di quest’ultimo.
Nella parte finale di questo primo episodio del documentario possiamo notare che il ragazzo, dopo i primi sensi di colpa per l’aver “ingannato” un povero senzatetto, il ragazzo ha deciso di effettuare una ricarica anonima sulla SIM del ladro lasciando comunque ancora attivo lo spyware pronto per girare un secondo episodio.
Qui sotto potete trovare il documentario completo:
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