Durante l’incontro avvenuto a New York lo scorso 14 dicembre di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa in un altro articolo, Trump avrebbe richiesto ai maggiori CEO del mondo dell’IT la loro collaborazione nella creazione di un “registro dei musulmani”.
La malsana idea di Trump che confida nella collaborazione con aziende che come Apple potrebbero avere accesso ai dati personali degli utenti, sarebbe quella di creare un vero e proprio database che classifica gli individui rispetto al loro orientamento religioso.
Immediato il rifiuto dei colossi Apple, Google e Uber alla proposta del Presidente che fin da subito hanno assicurato la loro non partecipazione al “progetto” sottolineando che non contribuiranno in alcun modo alla fruizione di dati personali a vantaggio del governo statunitense difendendo la privacy degli utenti
Apple, come era prevedibile, anche in questo caso si è schierata dalla parte degli utenti evidenziando ancora una volta l’importanza della collaborazione fra le aziende per fini utili al progresso nel rispetto dei credi e delle culture, pensiero ribadito anche dal portavoce di Apple:
Pensiamo che le persone debbano essere trattate allo stesso modo, indipendentemente da chi venerano, dal loro aspetto e da chi amano, e poi riferendosi alla proposta di Trump “non ci è ancora stato chiesto ma ci opporremo verso questi tentativi”
Risposta simile quella di Google che ha aggiunto:
In relazione all’ipotesi della creazione di un registro degli islamici, non ci è stato chiesto ma naturalmente non lo faremmo e siamo lieti che la proposta non sembra essere sul tavolo delle trattative
Il comportamento delle varie aziende come Facebook e Microsoft nei confronti di questa proposta è stato analogo a quello delle sopracitate compagnie a differenza di Amazon e Oracle che a quanto pare sembrano non essersi minimamente espresse sull’argomento.
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