La Corte d’Appello dello stato americano della Florida ha stabilito che un indagato è obbligato a fornire il codice per poter accedere ai contenuti del proprio smartphone ribaltando la sentenza originale legata alle protezioni garantite dal quinto emendamento della Costituzione.
La decisione contraddice una sentenza della Corte della Virginia che, in un caso analogo, aveva imposto all’imputato di sbloccare il telefono utilizzando l’impronta digitale senza però obbligarlo a fornire il codice d’accesso.
Il caso in questione riguarda un episodio di voyerismo avvenuto in un negozio di abbigliamento dove un uomo avrebbe effettuato registrazioni video e scattato fotografie posizionando il proprio iPhone sotto la gonna di una cliente.
Il sospettato, Aaron Stahl, è stato arrestato dalla polizia ed è stato obbligato a fornire agli agenti il codice di sblocco del proprio smartphone perché gli investigatori potessero cercare le prove ai fini della sua incriminazione. Secondo la Corte d’Appello la richiesta del codice di sblocco non si scontra in alcun modo con il quinto emendamento e la motivazione è stata spiegata in “burocratese” dal giudice Anthony Black:
Fornire il codice d’accesso non si collega all’auto-incriminazione dell’imputato e alle circostanze del reato per cui è accusato. Costringere il sospettato ad effettuare una dichiarazione facilita la produzione di elementi di prova per i quali lo stato ha comunque ottenuto un mandato sulla base di prove indipendenti dalle dichiarazioni dell’imputato e non offende il suo diritto alla difesa.
In altre parole lo Stato aveva già ragionevoli motivi per credere che all’interno del telefono esistessero delle prove sulla sua colpevolezza per cui, chiedere l’accesso al dispositivo non sarebbe stato illegale.
Dal momento che le sentenze si contraddicono di stato in stato, quasi sicuramente dovrà essere la Corte Suprema a pronunciarsi sulla vicenda.
Via | 9to5Mac
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