Fornire una foto in bassa risoluzione e chiedere al computer di migliorarla, è quello che abbiamo sempre sognato o visto nei film di fantascienza, ma adesso, grazie al machine learning, ci stiamo avvicinando a tutto questo.
In settimana Google ha rilasciato un prototipo di software che fa proprio questo e che si chiama RAISR (Rapid and Accurate Image Super-Resolution).
Sostanzialmente l’approccio del programma è quello di ingrandire un’immagine piccola, riempiendo gli spazi vuoti con altri pixel autogenerati.
Il processo di generazione si basa sulla particolare attenzione del software nell’individuazione dei bordi. Basta individuare le zone in cui la luminosità o il colore cambiano velocemente per stabilire quali sono i bordi.
Nell’immagine qui sotto, notiamo il miglioramento generale dell’immagine dalle sopracciglia ed i capelli a tutti i segni del viso e lo sguardo.
Google non è l’unica azienda a lavorare in questo senso. All’inizio dell’anno anche Twitter ha acquisito una startup chiamata Magic Pony che esegue esattamente le stesse cose ma sui video.
La stessa tecnologia, in futuro, potrà essere implementata anche direttamente nella post-produzione software delle fotocamere degli smartphone. Se già oggi non è fondamentale badare al numero di Mega pixel, in futuro potremo ottenere foto perfette grazie a software che agiscono automaticamente sulle immagini. I nuovi Pixel di Google in effetti, pubblicizzati come gli smartphone con la migliore fotocamera al mondo, fanno già qualcosa di simile integrando automaticamente la tecnologia di SnapSeed sulle immagini finali che vengono salvate nel Rullino. Chissà se Cupertino si muove nella stessa direzione.
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