Le forze dell’ordine potrebbero trovare una nuova strada da percorrere per sbloccare gli iPhone al centro di casi giudiziari. Invece di chiedere aiuto ad Apple potrebbero sfruttare la stampa 3D per accedere ai contenuti dei dispositivi che richiedono l’impronta digitale.
Gli agenti di polizia hanno chiesto aiuto al professor Anil Jain dell’Università del Michigan per tentare questa nuova strada che consiste nel ricreare le impronte digitali di una vittima di omicidio grazie ad una stampante 3D, consentendo loro di accedere ai contenuti del dispositivo che potrebbe rivelare dettagli importanti per risolvere il caso in questione.
Gli ufficiali di polizia hanno le impronte digitali in archivio ma la lavorazione è ancora in fase di test per cercare di aggiungere particelle metalliche che rendano il dito artificiale più conduttivo.
La maggior parte dei modelli 3D non sono abbastanza conduttivi per poter attivare i sensori delle impronte digitali come il TouchID che utilizza circuiti molto piccoli per la lettura. I test dureranno ancora almeno un paio di settimane prima di poter stabilire se sia possibile sfruttare questa idea.
Se il dito artificiale dovesse risultare funzionante, si tratterebbe delle prima volta che la tecnologia 3D venga applicata per accedere ai dati dello smartphone di una persona scomparsa, aprendo nuovi scenari in termini di sicurezza e di indagini.
Via | CultOfMac
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