Non è un mistero quanto Apple tenga alla questione della privacy sui dati rilasciati dai suoi utenti. Un modus operandi abbastanza rigido ha spesso causato diverse accuse all’azienda attaccata non poche volte dai capi della polizia. Apple Watch, primo indossabile made in Cupertino, si dimostra molto più attento ai temi di privacy e tutela dei dati rispetto alla gran parte dei concorrenti presenti sul mercato.
I protocolli di sicurezza attuati in Apple Watch sono finalizzati a proteggere i dati, spesso sensibili, che gli utenti scelgono di memorizzare all’interno del dispositivo. La privacy, inoltre, è ancor più tutelata se si pensa che in molti indossabili come il FitBit è possibile agganciarsi al Bluetooth del dispositivo grazie ad operazioni nemmeno troppo complesse riuscendo a seguire gli spostamenti dell’utente.
Il problema principale, per la concorrenza, sta ad esempio nella frammentazione del mercato Android, che non da possibilità di creare uno standard univoco su cui basare la sicurezza dei propri dispositivi.
Altro merito di Apple Watch risiede questa volta nei numeri: il 2015 ha visto venduti circa 12 milioni di smartwatch dei quali due terzi Apple.
Via | AppleInsider
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