Il 2016 segnerà la fine del nome Motorola, così come lo abbiamo conosciuto che sarà abbreviato in Moto e diventerà una sotto-sezione del gigante cinese Lenovo per la divisione mobile.
Motorola, che era stata acquistata nel 2014 da Google e poi ceduta a Lenovo, è stata l’icona per quanto riguarda la telefonia cellulare, prima degli smartphone che siamo ormai abituati ad utilizzare quotidianamente e prima ancora che esplodesse la mania di Nokia che poi, come abbiamo visto, ha subito la stessa sorte finendo tra i tentacoli di Microsoft.
La cessazione del marchio sarà graduale, nonostante le dichiarazioni del CEO di Lenovo secondo cui «Motorola è un tesoro, vogliamo proteggere e far crescere il marchio» che sembra uno slogan da campagna elettorale piuttosto che rispecchiare la realtà dei fatti.
La smentita è pressoché immediata, il nome che vale un tesoro sarà troncato a metà, solo “Moto”, perdendo parte del suo storico valore con l’unico onore di rappresentare dispositivi di fascia alta per un colosso riconosciuto come il più grande produttore di computer ma che a poco a che fare con i cellulari. La linea interna Vibe, invece, andrà ad interessare il mercato medio-basso.
Motorola non è riuscita a districarsi in un settore in cui è stata protagonista ma dov’è finita imbrigliata in una realtà troppo distante dalle proprie origini, diventando un nome tra i tanti e senza nemmeno più la qualità per cui si è contraddistinta agli albori dei telefoni cellulari.
Rimarranno storici i modelli 8700, uno dei cellulari di maggior successo dell’azienda americana, lo StarTac, il modello che ha fatto fare all’azienda il salto nei telefoni a conchiglia, icona del business ma anche della snervante durata della batteria che non riusciva a coprire un’intera giornata nonostante le funzioni disponibili e le risorse richieste fossero abissali rispetto agli smartphone odierni.
In ultimo l’ultra sottile Razr, tutta la tecnologia concentrata in 14 millimetri di spessore, ultimo vero colpo di Motorola che, dopo quel modello e le successive rivisitazioni, ha iniziato un declino inesorabile, per nulla mitigato dal tentativo di raggiungere la concorrenza con i propri smartphone.
Declino che culmina con mezzo nome e il ricordo di una suoneria che diceva, appunto “Hello, Moto!“. Ora invece, tanti saluti Motorola.
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