Se siete abituati a lasciare il caricabatterie del vostro iPhone, iPad o Mac collegato alla presa di corrente anche quando non li state utilizzando, potreste chiedervi se, effettivamente, consumano corrente.
Nei paesi anglosassoni viene utilizzato un nome molto suggestivo per definire quegli accessori che, lasciati collegati alla presa elettrica, consumano energia: Energy Vampire.
Ma i caricabatterie possono essere annoverati tra gli appartenenti a questa famiglia? La risposta è no. I caricabatterie di iPhone, Mac, iPad e di altri tablet o smartphone, se non vengono utilizzati, non consumano energia elettrica.
La prova può essere effettuata da chiunque, basta munirsi di un semplice rilevatore di consumo energetico (kill-a-watt) a cui collegare il caricabatterie del dispositivo che si vuole testare e verificare quanta energia venga realmente spesa. Chi non l’avesse può intanto fidarsi della prova effettuata da Chriss Hoffman di How-to-geek che ha voluto testare quanta elettricità consumassero i suoi caricabatterie.
Il risultato è stato che ogni singolo caricabatterie, che fosse per iPhone, iPad, Mac o altro dispositivo, quando non sta effettuando la carica, consuma 0,0 watt. Collegando invece tutti i caricabatterie contemporaneamente, per un’ora, in una presa multipla è riuscito ad ottenere un dato utile per effettuare i calcoli, scoprendo che tutti insieme consumano 0,3 watt.
Sapendo che in tutti i paesi, tra cui l’Italia, l’energia viene venduta a kilowattora (kWh) e che nel nostro paese il costo medio di 1 kilowattora per clienti domestici è di € 0,20, ipotizzando di lasciare almeno sei caricabatterie collegati alla presa elettrica per tutte le ore, di tutti i giorni, di tutto l’anno, avremmo un consumo totale di circa 52 centesimi in un anno.
Il discorso sarebbe diverso se tutti fossero collegati al loro dispositivo corrispondente per lo stesso periodo, ma è un’ipotesi assurda. Potrebbe essere utile scollegarli per salvaguardare il loro stato di salute, non certo per sperare di risparmiare sulla bolletta.
Via | CultOfMac
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