Alla WWDC Apple ha parlato per circa 2 ore di OS X, iOS 9 e del watchOS 2. Quando l’evento sembrava terminato, è tornata la “One more thing..” con la conseguente presentazione del servizio Apple Music.
Apple, che da 13 anni rappresenta una pietra miliare nel settore musicale, si affaccia per la prima volta allo streaming illimitato con un abbonamento mensile.
Le aziende concorrenti come Spotify e Rdio, già veterane di questo settore, hanno dichiarato (in maniera piuttosto buffa) che non temono Apple Music.
Il primo a farlo è stato Daniel Ek, CEO e fondatore di Spotify, il quale subito dopo la presentazione di Apple Music ha commentato il tutto su Twitter utilizzando soltanto due parole: Oh ok.
Il senso del messaggio però è chiaro e sta per “tutto qui? ok..”, quasi come se ci si aspettasse qualcosa in più per poter essere considerato davvero pericoloso.
Rdio invece ha utilizzato un vecchio manifesto di Apple con il quale l’azienda dava sarcasticamente il benvenuto ad IBM nel mondo dei personal computer, dispositivi che la stessa azienda aveva inventato qualche tempo prima.
https://twitter.com/Rdio/status/608014455041986560
Con il messaggio Rdio evidenzia il fatto che Apple sia arrivata tardi in un settore che viene già ben coperto da altri, che hanno saputo “inventarlo” prima di lei. Il tutto però è camuffato all’interno di un messaggio di benvenuto che risulta molto sottile.
La verità è che entrambe le aziende si sentono più che colpite e spaventate da Apple Music, il che motiva anche la loro scelta di pubblicare questi messaggi. Apple è davvero molto forte nel campo musicale e può contare sull’integrazione nativa del servizio all’interno di un sistema operativo che coinvolge milioni e milioni di dispositivi tra iPhone, iPad ed iPod Touch. Come se non bastasse, Apple Music verrà lanciato anche attraverso Android, sarà disponibile sui computer Windows, Mac e sulla Apple TV.
Ci saranno 3 mesi di sottoscrizione gratuita, più che sufficienti per fare in modo che gli utenti si abituino ed importino tutti i propri brani preferiti, salvandone anche qualcuno offline. Al termine dei 3 mesi gratuiti, sarà dura (per chi è già abituato a farlo altrove) non rinnovare l’abbonamento e vedersi cancellare tutte le playlist e le liste di brani raccomandati in base ai propri gusti.
Apple dispone inoltre dei mezzi necessari per generose campagne pubblicitarie ed ha integrato nel servizio di streaming altre interessanti funzioni come la sezione For You, la Radio, ed il social network Connect. Il tutto viene offerto esattamente allo stesso prezzo dei concorrenti per cui chi oggi paga un abbonamento a Spotify o Rdio potrebbe tranquillamente decidere di cambiare applicazione senza alcun problema perchè il costo non cambia.
Per completezza, chiudiamo l’articolo con una tabella comparativa sui vari servizi, a cui aggiungiamo anche Google Play Music.
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