Molto tempo prima della presentazione ufficiale del servizio di streaming, si è parlato di Apple Music come della nuova rivoluzione del modo degli utenti di fruire della loro musica preferita in concomitanza con la nuova tendenza del mercato che pare prediligere lo streaming di portali come Spotify e Rdio. Pare che la miccia di questa rivoluzione stia però prendendo fuoco in modo decisamente lento.
Il bitrate massimo delle trasmissione in streaming dei principali portali del mercato è di 320kbps, ma pare che Apple Music raggiunga solo 256kbps. Il confronto appare ancora più paradossale se si pensa che lo stesso Beats Music si stanziava sugli stessi 320kbps.
Per il bitrate, in generale, più il valore è alto meno è elevata la compressione dei dati e di conseguenza maggiore è la qualità sonora. Il portale SlashGear conferma che al momento Apple non è in grado di allinearsi alla qualità offerta dal mercato o che comunque preferisca risparmiare sul consumo di dati in mobilità.
E’ anche vero che in Apple, come ad esempio il numero di MP della fotocamera, le cifre non sono tutto. Molti test dimostrano infatti l’impossibilità dell’orecchio umano di percepire la differenza tra diversi formati di compressione. Se il formato audio di Apple Music dovesse essere l’AAC, inoltre, è doveroso sottolineare che nonostante il valore di 256kbps la qualità finale dell’audio è superiore a quella degli MP3 da 320kbps forniti da Beats, Spotify e altri competitor.
Apple Music: grande rivoluzione o grande buco nell’acqua?
Via | SlashGear
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