Ricorderete sicuramente quello che è accaduto in Italia con Uber. Circa una settimana fa, il Tribunale di Milano ha deciso di bloccare UberPop in tutta Italia, per concorrenza sleale. Tale blocco era arrivato a seguito di un ricorso cautelare da parte delle organizzazioni di tassisti e radiotaxi.
UberPop è un servizio di “ridesharing” che, come indica la stessa parola serve a condividere un tragitto in auto con altre persone. Chiunque abbia un veicolo di proprietà, una regolare patente e la fedina penale pulita può iscriversi ad UberPop ed offrire passaggi agli utenti che devono raggiungere una destinazione comune oppure un luogo preciso posto lungo una tratta prestabilita. Il tutto ovviamente dietro il pagamento di un compenso che di per sè risulta decisamente inferiore rispetto ai costi di un taxi.
L’Italia ha bandito questo servizio ma l’azienda non si è persa d’animo ed ha avviato un hashtag su twitter (#IoStoConUber) che è riuscito a coinvolgere 50 mila persone ed ha prodotto contenuti su Facebook totalizzando 3 milioni e mezzo di visualizzazioni.
Adesso sembra che qualcosa si stia sbloccando. Infatti, l’autorità di regolazione dei trasporti ha inviato una proposta al governo e al parlamento chiedendo il ritorno di UberPop a seguito di alcune regolamentazioni: Basta stabilire un part time per i conducenti di massimo 15 ore settimanali, un’assicurazione ed un registro regionale.
La county manager di Uber ha già fatto sapere che accetterebbe queste condizioni. In più, se queste proposte diventassero un decreto legge e venissero poi confermate dal parlamento, l’Italia da Paese anti-Uber diventerebbe all’avanguardia, indicando la strada all’Europa.
Vi terremo aggiornati.
Via | WebNews
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