Siri, l’assistente virtuale di Apple, sin dalla sua introduzione nel 2011 è stato notevolmente migliorato, con nuove funzioni e un migliore supporto linguistico. In un recente test relativo alla precisione linguistica, Siri ha registrato un notevole 76%. Google Now e Cortana di Microsoft, invece, “solo” il 46% e 42% rispettivamente.
La precisione è decisamente importante, ed è quella caratteristica che rende un assistente virtuale capace di capire la richiesta dell’utente, ciò che sta cercando. Nessun assistente vocale potrà mai essere perfetto, perché le lingue sono qualcosa di complesso e cose come i nomi rendono una ricerca ancora più difficile. Siri ha però in queste situazioni una marcia in più rispetto agli altri assistenti vocali: l’utente può infatti insegnare all’assistente vocale di Apple la giusta pronuncia di un nome, e può selezionare un errore di trascrizione e modificarlo, in modo da ottenere risultati migliori.
Apple ha poi intenzionalmente deciso di limitare la portata di Siri. Come azienda, Apple è infatti contraria alla raccolta dei dati dei suoi utenti. La società californiana non vuole infatti monitorare la cronologia web degli utenti, ad esempio, o effettuare analisi sulla posta elettronica e sui calendari.
L’assistente vocale di Apple non è quindi solo molto preciso linguisticamente parlando, ma non invade nemmeno la privacy degli utenti. La società californiana ha dimostrato ancora una volta, con Siri, di aver trovato il giusto equilibrio tra privacy e convenienza.
Via | iMore
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