Apple sta vivendo un periodo difficile, non c’è dubbio. Dopo infatti il caso ormai noto come “Bendgate” riguardante la fragilità della scocca posteriore di iPhone 6 Plus e i bug accidentalmente introdotti dalla release 8.0.1 di iOS sui nuovi iPhone 6 e 6 Plus, la società californiana è stata accusata dalla Commissione Europea di non aver pagato tasse pari a circa 8 miliardi. Ma Apple non ha fatto attendere la sua risposta.Secondo la constatazione preliminare pubblicata in un rapporto Martedì mattina dalla CE, gli accordi fiscali stabiliti in Irlanda tra il 1990 e gli ultimi anni del 2000 hanno conferito ad Apple un vantaggio economico che non è conforme alle leggi fiscali europee.
Ecco i passaggi chiave della relazione della CE riportati da Business Insider:
Alla luce delle considerazioni precedenti, il parere preliminare della Commissione è che le sentenze fiscali del 1990 (poi accettata nel 1991) e del 2007 a favore del gruppo Apple costituiscono, ai sensi dell’articolo 107 (1) del TFUE, degli aiuti di Stato. La Commissione ha dubbi circa la compatibilità di tali aiuti di Stato con il mercato interno.
[…]
La Commissione desidera ricordare all’Irlanda che l’articolo 108 (3) del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea ha effetto sospensivo e dovrebbe richiamare la vostra attenzione sull’articolo 14 del regolamento (CE) n 659/199935, che prevede che tutti gli aiuti illegali possono essere recuperati dal beneficiario.
Questo è sicuramente un problema molto grave che potrebbe portare Apple a pagare una multa salatissima. Considerato ciò, la società con sede a Cupertino ha deciso di rispondere pubblicamente a tali accuse:
Apple è orgogliosa della sua lunga storia in Irlanda e dei suoi 4.000 dipendenti a Cork. Loro servono i nostri clienti attraverso la produzione, il supporto tecnico e altre importanti funzioni. Il nostro successo in Europa, e nel resto del mondo, è il risultato del duro lavoro dei nostri dipendenti, e non di accordi ‘speciali’ con il governo. Apple non ha ricevuto alcun trattamento esclusivo dai funzionari irlandesi nel corso degli anni. Noi siamo soggetti alle stesse leggi fiscali delle innumerevoli altre aziende con sedi in Irlanda.
Dal momento che l’iPhone è stato lanciato nel 2007, i nostri pagamenti fiscali in Irlanda, e in tutto il mondo, sono aumentati di dieci volte. Per continuare a portare crescita e benefici alle comunità in cui noi stessi lavoriamo e viviamo, crediamo fermamente che una riforma sulle leggi fiscali a livello globale sia assolutamente necessaria.
Via | BGR
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