Date le nuove funzioni come Apple Pay e gli ultimi scandali come quello che ha coinvolto le star di Hollywood, il mondo guarda con maggiore diffidenza l’inserimento dei propri dati all’interno di un form sul web. Anche le autorità arricciano il naso pensando ai danni che potrebbero verificarsi in seguito ad eventuali crack dei sistemi di sicurezza. In particolare il capo dell’ FBI James Comey tiene gli occhi puntati su Google e Apple.
La paura di Comey, come egli stesso afferma, è che i nuovi mezzi messi a disposizione dai big della tecnologia diano la capacità ad alcuni cittadini di porsi al di sopra della legge.
Probabilmente è proprio percependo questo clima di sfiducia che il CEO Tim Cook dedica una pagina sul sito ufficiale Apple al fine di tranquillizzare gli utenti sulla tutela della loro privacy, e per la stessa ragione sono stati illustrati i criteri e i metodi di sicurezza messi a disposizione dal nuovo sistema operativo spiegando che i dati sincronizzati sul Cloud sono cifrati e che la chiave per decriptarli non è fornita a terzi nemmeno nel caso di indagini delle autorità.
Anche Google ha qualcosa da dire su questo campo. Il prossimo sistema operativo Android L includerà una cifratura automatica e nativa dei dati in modo da non consentirne la fruizione a terzi.
Da un certo punto di vista, anche lo stesso Comey si sente combattuto. Sulla sua bilancia, da un lato pendono la sicurezza e la privacy dei cittadini, ma dall’altro vi è la possibilità di intervenire in situazioni come rapimenti e atti di terrorismo nel caso in cui ci sia la possibilità di accedere ad uno smartphone in particolare.
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