Più la tecnologia si radica nei vari aspetti della nostra giornata e più c’è la possibilità che entri in contatto con dati e informazioni sensibili. Gli enti per la tutela della privacy e gli utenti in generale si chiedono quindi se nuovi servizi come Apple Pay e nuovi device come Apple Watch possano garantirne la tutela. Per quanto riguarda il primo smartwatch Apple, nonostante il device non sia ancora disponibile sul mercato sorgono i primi controlli.
Il procuratore generale del Connecticut, George Jepsen, non solo ha scritto una lettera a Tim Cook chiedendo alcune informazioni sul prodotto, ma ha per di più ha richiesto un incontro informativo.
Nonostante sia risaputo che sarà decisione degli utenti fornire o meno informazioni sulla propria salute, Jepsen chiede informazioni su come verranno protetti i dati collezionati dalle varie app e soprattutto a quali dati avranno accesso.
I punti su cui vertono i dubbi di Jepsen sono:
- La tutela dei dati sui server in cui verranno memorizzati
- I criteri di gestione dei dati sulla salute degli utenti
- I criteri di moderazione per le app che non si adeguano ai criteri per il trattamento dati
- Il modo in cui Apple e gli sviluppatori chiederanno il consenso degli utenti
Molti dei dubbi sollevati da Jepsen, quindi, sono rivolti alle API di HealthKit più che ad Apple Watch in se. Alcune delle risposte richieste sono comunque ricavabili nelle documentazioni già fornite da Apple. I dati degli utenti non verranno conservati su server iCloud e tutte le app che vorranno utilizzare tale procedura verranno automaticamente respinte.
Via | Macrumors
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