Dopo l’introduzione del Touch ID, Apple sembra sia pronta a presentare una novità che mira contemporaneamente a prevenire i furti e a rendere i dispositivi mobili sempre più intelligenti. Dal brevetto da poco consegnato si evince che i futuri dispositivi saranno capaci di riconoscere e ricordare le modalità di utilizzo dell’utente, suo possessore.
Stando al brevetto Apple “Generating notification based on user behavior” (“Generare notifiche basate sul comportamento degli utenti”, in italiano), un iPhone, o un altro dispositivo mobile, potrà effettuare un riconoscimento delle modalità di utilizzo per determinare se l’utente corrente è il proprietario del dispositivo. Quando queste non corrispondo a quelle del proprietario, un avviso, una notifica o una azione autonoma del sistema provvederà a renderlo noto.
Il sistema si basa sul riconoscimento e sull’analisi di modalità di utilizzo anomale. Ogni tipo di utilizzo o di interazione con il dispositivo può essere inserito nella lista di comportamenti da riconoscere, compresi informazioni di sistema come la posizione e i dati dei sensori di movimento. Altri dati come la grammatica, il vocabolario utilizzato e persino le preferenze di orientamento della tastiera possono essere utilizzati per le successive analisi.
Come ci si può aspettare da un dispositivo costantemente in contatto con un utente, le informazioni generate sono tantissime. Il dispositivo ne raccoglie un numero elevatissimo, anche errori ortografici comuni e frasi di uso frequente.
Ovviamente va tenuta in considerazione anche la privacy, e infatti il server di apprendimento può essere programmato dall’utente affinché vengano ignorati alcuni fattori, come le preferenze di posizione. In casi del genere, queste informazioni saranno protette da analisi troppo invadenti.
Per evitare problemi dovuti all’elaborazione di troppi dati, il server di apprendimento è in grado di raggruppare le informazioni, invece di analizzare e comparare ogni azione separatamente. Questi gruppi di comportamenti vengono confrontati l’uno con l’altro, e i dati risultanti devono trovarsi all’interno di certi confini affinché si possa continuare ad utilizzare il dispositivo.
Se un confine viene violato, e quindi è stato rilevato un comportamento insolito, il server di riconoscimento può bloccare in remoto il dispositivo fino a quando un utente non si autentifica tramite password o tramite altre credenziali, come il Touch ID. In alternativa, il server può inviare una notifica ad un dispositivo di terze parti.
Non è ancora chiaro se Apple implementerà questa funzione in una futura versione di iOS. Considerati alcuni recenti problemi legati alla privacy, anche se questa tecnologia venisse un giorno implementata nei dispositivi, è quasi certo che gli utenti vorranno decidere spontaneamente se utilizzarla o meno.
Via | AppleInsider
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