La neonata società Virtual ha dichiarato di poter emuale qualsiasi software di dispositivi Android o iOS, su qualsiasi piattaforma, con risultati ottimi. Ciò è possibile grazie ad una combinazione vincente di virtualizzazione ed emulazione che potrebbe cambiare il modo in cui gli sviluppatori testano le app.
Chris Wade è un nome abbastanza noto in questo campo avendo contribuito in passato ai primi Jailbreak, ma soprattutto per aver lanciato nel 2011 un progetto circa la realizzazione di un dispositivo per emulare iOS chiamato iEmu. Anche se Wade ha ottenuto il finanziamento di cui aveva bisogno tramite Kickstarter, ha poi annullato il progetto temendo che tutto ciò l’avrebbe reso un bersaglio facile per future controversie.
Ed è qui che entra in gioco Virtual. Il successore spirituale di iEmu promette di emulare non solo iOS, ma anche Android.
“L’idea era quella di allontanarsi dalla sola emulazione e di focalizzarsi su una virtualizzazione in piena regola“, sostiene Wade. Un utente, utilizzando Virtual, potrà acquistare una licenza per eseguire una certo numero di dispositivi iOS o Android che, in quanto a performance, si avvicinano molto a quelli reali. Lo sviluppatore sostiene inoltre che Virtual è riuscito a virtualizzare il microprocessore ARM (Advanced RISC Machine).
I vantaggi del binomio “virtualizzazione-emulazione” rispetto alla simulazione sono molteplici. Le prestazioni sono infatti nettamente migliori. Lo sviluppatore di Virtual ha affermato che il binomio offre una rappresentazione molto più precisa rispetto ad un device ad un livello basso, il che significa che i test delle applicazioni saranno molto più accurati.
E’ bene ricordare che anche Apple offre agli sviluppatori un simulatore (non un emulatore) che consente di ottenere un feedback in tempo reale circa il funzionamento di un’app. Il vantaggio offerto da Virtual è la possibilità di poter “utilizzare” decine o centinaia di dispositivi per effettuare dei test. Questa è una caratteristica molto importante, soprattutto se viene presa in considerazione la sicurezza delle applicazioni.
Virtual consente inoltre di avviare dispositivi con qualsiasi versione di iOS, migliorando la lotta a bug e a possibili malware. Al momento però, gli sviluppatori devono precauzionalmente conservare le vecchie versioni di iOS, in quanto, in caso di test su versioni più datate, non sarà possibile, come è ben noto, effettuare il downgrade.
Un’altra importante caratteristica di Virtual è che può essere utilizzato per eseguire i dispositivi iOS su OS X. Questa potrebbe essere una risposta all’annuncio di Google fatto durante l’ I/O circa la possibilità di lanciare applicazioni Android sui Chromebook.
Il servizio è al momento in fase beta ed è chiuso, cioè potrà essere utilizzato solo tramite invito. Le richieste di iscrizione di certo non mancano, si parla infatti di circa 10.000 domande di sottoscrizione. Queste riguardano la versione web, compatibile con hardware locali e con responsabilità a carico dell’acquirente.
Via | TechCrunch
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