Alcuni mesi fa Google e Motorola hanno accusato Apple per violazione di brevetti riguardanti la struttura delle notifiche push presenti nei dispositivi iOS. Ora che il caso è arrivato all’ultimo grado di giudizio è possibile affermare che Apple non ha infranto alcuna legge.
La Corte d’Appello del Federal Circuit statunitense ha oggi sentenziato che Apple non ha violato alcun brevetto di proprietà della Motorola Mobility, settore aziendale di Google, durante la produzione di iPhone. Questo significa che l’azienda di Cupertino ha vinto contro le accuse mosse da Mountain View.
La sentenza di oggi in ogni caso ha solo confermato le parole dello scorso Aprile provenienti dalla International Trade Commission, la quale ha concluso per l’appunto che Apple non ha violato alcun brevetto di proprietà di Motorola.
Le accuse mosse da Motorola per la precisione implicavano il sistema adottato da Apple per la gestione delle notifiche push: quando su iPhone viene eliminata un’applicazione che in precedenza aveva il permesso di inviare notifiche push al dispositivo, questa comunica col server di Apple prima di cancellarsi in modo tale che sul dispositivo non vengano inviate ulteriori notifiche dopo che l’applicazione non è più presente.
Le accuse di Motorola nei confronti di Apple sono state molte in passato: qualche tempo fa Cupertino venne accusata di aver copiato da Motorola l’utilizzo del sensore di prossimità durante una telefonata. Nel 2010 Motorola accusò nuovamente Apple per la violazione di 6 brevetti, tra cui uno riguardante la riduzione del rumore ambientale. Nel 2012 infine, Motorola accusò Apple per la violazione su un brevetto per le reti 3G.
Tutte queste accuse durante gli anni sono state ritenute infondate dalle varie corti americane ed Apple è sempre stata scagionata.
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