Smartphone e Computer aumenteranno di circa 4 euro, mentre i Tablet di 3 euro. E’ questo ciò che stabilisce uno degli emendamenti della legge di stabilità a cui in questi giorni sta lavorando il Ministero dei Beni e delle Attività culturali.
L’emendamento a cui sta lavorando il Governo mira ad aggiornare il cosiddetto compenso della copia privata, ossia “il compenso che si applica, tramite una royalty sui supporti vergini fonografici o audiovisivi in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore.”
La SIAE è coinvolta nella stesura di questo decreto che, se diventerà legge, guadagnerà il 50% dei 100 milioni di euro previsti con l’aumento dei prezzi di smartphone, tablet, computer e altri supporti coinvolti.
A dare il via all’operazione è stata la richiesta di Gino Paoli, Presidente della SIAE, verso il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Massimo Bray. Paoli ha infatti chiesto che venissero adeguati i compensi alla media europea che è sensibilmente più elevata. Peccato però che, secondo molti, questa media sia stata calcolata considerando solo i Paesi in cui la tassa è più elevata.
Ecco cosa recita il testo dell’emendamento incriminato, contenuto all’interno della legge di stabilità:
Al fine di sostenere il diritto d’autore e le attività dello spettacolo, dall’entrata in vigore della presente legge, i compensi previsti per ciascuno degli apparecchi o supporti di cui al comma 1 dell’articolo 71-septies della legge 22 aprile 1941, n. 633, sono aggiornati, con il decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo di cui al medesimo articolo 71-septies, in misura almeno pari alle corrispondenti medie europee accertate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentita la Società Italiana Autori Editori (S.I.A.E.), e calcolate con esclusivo riguardo ai Paesi Europei nei cui ordinamenti è prevista la remunerazione della riproduzione privata ad uso personale.
Il 50 per cento dell’eventuale incremento rispetto all’esercizio 2012 dei compensi ripartibili annualmente alla S.I.A.E ai sensi dei commi 1 e 3 dell’articolo 71-octies della legge 22 aprile 1941, n. 633, è destinato dalla S.I.A.E. stessa, d’intesa con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al sostegno delle attività previste dal comma 2 dall’articolo 2 dello statuto della S.I.A.E
Questa operazione sembra quindi volta a “salvare” la SIAE, grossa e vecchia macchina che si muove dietro i diritti d’autore con debiti di circa 1 miliardo di euro. Il Parlamento è diventato il “braccio armato di questa o quella lobby per tradurre in legge desiderata personali” ?
Via | L’Espresso
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