Per la maggior parte di noi (per non dire tutti) la carica completa del proprio smartphone dura al massimo 6-8 ore. Questo è ovviamente il limite più grosso in assoluto di quello che è ormai diventato il dispositivo più utilizzato durante la giornata. Presto il problema potrebbe essere risolto egregiamente.
La soluzione sembra essere stata trovata in una nuova batteria a celle di combustibile sviluppata dalla startup di nome ARDICA. Questi ricercatori presto lanceranno sul mercato questa batteria che potrà essere collegata a qualsiasi dispositivo incluso iPhone consentendo un’autonomia di 7 giorni con una singola carica.
Una batteria esterna, per il momento, che potrebbe cambiare per sempre l’utilizzo dei nostri dispositivi. Quante volte ci siamo trovati di fronte alla situazione di dover disabilitare qualche funzione o smettere del tutto di giocherellare con l’iPhone per poter arrivare a fine giornata? Se questa tecnologia si rivelerà davvero così rivoluzionaria, è molto probabile che aziende che producono smartphone e tablet (immagino già Apple e Samsung in prima fila) potrebbero pensare di integrarle direttamente nei propri dispositivi, traendone un enorme vantaggio competitivo nel caso in cui una di queste riuscisse ad ottenerne l’esclusiva.
Ma da dove spunta fuori ARDICA?
Sebbene non sia un nome conosciuto nell’ambito consumer, ARDICA è molto famosa nel settore militare: l’azienda infatti ha già rivoluzionato questo ambiente attraverso batterie compatte e leggere da trasportare ma di lunga durata per strumentazioni e sistemi di comunicazione militari.
In questo settore gli investimenti certo non mancano, ed è per questo che ARDICA è riuscita a sviluppare la tecnologia in questione in così poco tempo. L’azienda ha ora deciso di lavorare anche ad un prodotto “consumer-friendly”, ovvero la batteria citata ad inizio articolo che dovrebbe sbarcare sul mercato entro il 2015 al prezzo incredibile di circa 10$.
I primi test hanno dato esiti promettenti, tanto che ARDICA starebbe concludendo lo sviluppo di un prototipo funzionante da sottoporre a diversi produttori entro la fine dell’anno. Secondo quanto affermato dal professor Jeff Scheinrock dell’Università di California, ciò che rende speciali queste batterie è il mix di sostanze che alimentano la cella; ovviamente è già stato tutto brevettato per evitarne il furto della proprietà intellettuale.
Insomma, le premesse sono buone: ora non resta che aspettare e vedere come procederanno gli sviluppi di tale tecnologia. Noi, come del resto, non mancheremo di informarvi tempestivamente non appena ne sapremo di più.
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