Probabilmente molti di voi ricorderanno la causa che aveva condannato Samsung al pagamento della cifra astronomica di oltre 1 miliardo di dollari (successivamente ridotta a 400 milioni) ad Apple in seguito alla violazione di alcuni brevetti. La società di Cupertino però, aveva richiesto anche il divieto di vendita per i dispositivi che violano questi brevetti, eventualità negata dal giudice stesso. Oggi però le cose potrebbero cambiare. Ecco i dettagli.
A fine 2012, ad Apple è stata negata la richiesta di un’ingiunzione contro 26 dispositivi Samsung per la violazione di determinati brevetti (per i dettagli su questi vi rimandiamo al nostro articolo). La società infatti, secondo il giudice Lucy Koh, non è stata in grado di dimostrare la connessione tra la violazione dei brevetti ed il danno (o il profitto per Samsung) subito dalla vendita dei dispositivi.
Ovviamente la società di Cupertino ha fatto ricorso in appello, e grazie ad una sentenza pronunciata in data odierna, la Corte d’Appello del Circuito Federale degli Stati Uniti ha formalmente dato ad Apple un’altra possibilità di bloccare le vendite di prodotti Samsung che violano determinati brevetti.
La Corte ha giuridicamente annullato la sentenza del giudice distrettuale Lucy Koh, relativa alla negazione della richiesta di Apple ai fini di un’ingiunzione permanente contro 26 dispositivi Samsung che violano i brevetti della società di Cupertino. Ciò significa che gli avvocati di quest’ultima avranno un’altra possibilità di porre la parola fine sulle vendite di questi dispositivi, ma la strada non è così semplice.
La Corte ha nuovamente sottoposto la questione al giudice Koh, per quanto riguarda i brevetti di utilità tecnica di Apple, la quale dove dovrà applicare un nuovo standard per giudicare il caso. La sola dimostrazione che le caratteristiche brevettate siano l’unica ragione per vietare le vendite dei prodotti non basta, in quanto la Corte lo ha ritenuto un requisito troppo rigoroso.
Apple dovrà quindi dimostrare l’esistenza di qualche connessione tra la funzione brevettata violata e la domanda di mercato relativa ai prodotti Samsung. La Corte infatti, ha ritenuto che un provvedimento possa ritenersi giustificato qualora i dati dimostrino “che l’aggiunta di una funzione brevettata abbia reso un prodotto molto più desiderabile“, o che “l’assenza di una funzione brevettata sarebbe stata la causa di un prodotto molto meno desiderabile“.
In appello, Apple aveva chiesto alla Corte di rimuovere la necessità di tale dimostrazione. Nel negare l’ingiunzione voluta dalla società di Cupertino, il giudice Koh ha dato molta importanza a questo aspetto, dichiarando che Apple era tenuta a dimostrare che le caratteristiche brevettate hanno in qualche modo influito sulle vendite dei 26 prodotti Samsung.
La nuova sentenza quindi non ha reso valida l’ingiunzione, ma bensì ha decretato un nuovo procedimento a cui Apple dovrà attenersi per dimostrare l’effettivo danno subito dalla violazione dei suoi brevetti. Il caso si riapre, ed ancora una volta Samsung rischia grosso. Non appena ci saranno novità, vi aggiorneremo tempestivamente.
Via | TheVerge
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