Nell’ultimo anno si è diffusa una nuova tipologia di gadget elettronico, i cosiddetti “smartwatch”. Stiamo parlando di quegli orologi, super tecnologici ma anche ingombranti, che funzionano da appendice al proprio smartphone. Ma perché nonostante l’ampia concorrenza gli smartwatch stentano a decollare?
Nonostante sia un prodotto che, solo a pensarci, è desiderato da tantissimi utenti, ancora nessun produttore è riuscito a coglierne il segreto per un vero successo. Perché?
Ci hanno provato inizialmente con gli italiani di I’m Watch e poi è arrivato il Pebble. Anche Sony si è cimentata con il suo Smartwatch che ora è giunto addirittura alla sua seconda versione. Infine arriva Samsung, che proprio in questi giorni sta cercando di vendere il suo Galaxy Gear, compatibile solo con Note III e a breve con altri top gamma Galaxy. Ma anche questo non sta riscuotendo un grosso successo.
Il motivo principale dello scarso interesse per questo oggetto, condiviso anche da Mashable, è che glismartwatch sono tremendamente brutti. Anche se possono attirare per le caratteristiche “futuristiche” o assomigliare ad un gadget di spionaggio per 007, continuano ad essere ingombranti, poco eleganti e per niente pratici.
La tecnologia attuale non permette ancora di miniaturizzare i componenti a tal punto da avere uno smartwatch sottile e leggero come i comuni orologi da polso. Per non parlare delle batterie che, oltre ad essere voluminose, costringono l’utente a ricaricare l’ennesimo gadget una volta a casa. I display lcd infine non sono adatti per un orologio da polso, a causa della dei limitati angoli di visione.
Probabilmente nei prossimi anni, con la tecnologia che fa passi da gigante, si potranno vedere i primi esemplari di smartphone comodi e leggeri. E chissà, forse per dare una spinta al settore servirà come sempre la mano di Apple, che intanto ha preannunciato un 2014 ricco di nuovi prodotti.
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