iPhone, tema principale su iSpazio, è stato il device che ha letteralmente dato inizio ad una nuova era nel mondo della telefonia mobile. Apple ha rivoluzionato il settore, ed ora alcuni storici componenti del team di sviluppo svelano le curiosità sul progetto super-segreto della società.
Negli ultimi anni, Apple ha perso la sua nota segretezza riguardo ai prodotti in fase di sviluppo, ma agli albori del progetto del primo iPhone la situazione era assai diversa. Il livello di segretezza imposto dalla società era a dir poco smisurato, tant’è che i dipendenti erano costretti a rispettare scrupolosamente le direttive.
Nitin Ganatra, ex director of engineering per iOS, ripercorre i passi che hanno portato alla creazione del primo iPhone. Apple iniziò a testare un device simile ad un tablet prima di buttarsi a capofitto sul progetto iPhone, e Ganatra ricorda che questa specie di primo iPad veniva collegato ad un Mac da uno spesso cavo.
Doug Satzger, ex dirigente dell’industrial design, afferma che la società aveva sempre provato ad integrare un computer in un tablet. Duncan Kerr, industrial designer, parlava spesso del multitouch con molta enfasi:
Non sarebbe bello se la gente potesse sfogliare le pagine semplicemente come se stesse voltando un foglio? Non sarebbe bello se si potesse semplicemente ingrandire e rimpicciolire lo schermo con piccoli gesti?
Poco più in là, tutti restarono increduli dinnanzi al primo prototipo costruito dal team dell’industrial design, un layer multi-touch su uno schermo fissato ad un tavolo e collegato ad un desktop.
Il tutto era molto promettente già all’epoca, ma il team riteneva il progetto non ancora sufficientemente adatto allo standard qualitativo della società. Jon Rubinstein, allora vice presidente della sezione hardware engineering afferma che:
Era un iPad, ma non era ancora l’iPad. Era figo, ma non lo era abbastanza e il progetto si trasformò nell’iPhone.
Queste parole sintetizzano la nascita del progetto del primo iPhone, e dal 2005 un team iniziò a sviluppare l’ambizioso telefono. Inizialmente si partì col presupposto di trasformare l’iPod in un telefono, e Tony Fadell, ex vice presidente senior della divisione iPod, spiega:
Cominciammo con un iPod Mini. Costruimmo un telefono con una ghiera circolare che funzionava alla stregua di un apparecchio a disco.
Il nome in codice dell’iPod-iPhone era “Purple”, presto abbreviato in P1. Il prototipo però fu presto scartato, poichè Apple da lì a poco acquistò la società FingerWorks, specializzata in software multitouch. Il famoso Scott Forstall, allora vicepresidente della sezione software Apple, sviluppò un progetto chiamato “P2”, con lo sfruttamento della tecnologia multitouch. Fu quest’ultimo ad attirare l’attenzione di Steve Jobs, il quale lo preferì al “P1”.
A questo punto i livelli di segretezza erano talmente rigidi che non si poteva immaginare nemmeno la forma del device che verrà presentato nel 2007 da Steve Jobs. Ganatra continua dicendo che:
Sapevamo che avrebbe dovuto passare molto tempo prima di avere l’hardware reale. Sviluppammo un simulatore su un PowerMac G5 isolando il più possibile il software dal resto di Mac OS. Dopo essere riusciti a far funzionare il tutto, cercammo il peggiore Mac possibile sul quale far funzionare il tutto, poiché sapevamo che sarebbero potute esserci limitazioni in termini di performance, non visibili se le emulazioni erano avviate su un computer con un super processore.
Il peggiore Mac sul quale simulare l’iPhone era un PowerMac G3 bianco e blu, il meno potente sul quale poteva girare OS X. Subito dopo ricevemmo il prototipo di iPhone, anche se ancora non quello con le dimensioni corrette; le parti assemblate insieme denominate Freescale MX-31, occupavano metà del tavolo del laboratorio di Forstall e comprendevano una scheda per la prototipazione hardware completa di modem, antenna e display. Compilammo tutto e lo facemmo funzionare sull’MX-31. Fu il nostro momento Eureka.
Grignon aggiunge che:
Finimmo per avere due interfacce. C’era l’interfaccia che faceva strabuzzare gli occhi e quella denominata Skankphone usata per il testing.
Pensate che Jobs e Forstall consentivano l’accesso all’interfaccia dell’iPhone sono a persone accuratamente selezionate, anche all’interno del gruppo di ricerca segreto nato per sviluppare il progetto. Infatti sempre Grignon spiega che:
Bisognava firmare dei documenti legali, Steve li doveva approvare e poi andare da Forstall, il quale alla fine ti avrebbe detto: “Non parlarne con nessuno, non dirlo nemmeno a tua moglie”.
Perciò il team era diviso tra quelli che avevano accesso all’interfaccia e quelli tagliati fuori, anche se i componenti della squadra dovevano collaborare. Ganatra ricorda che:
Passavo da una stanza dove l’interfaccia era conosciuta, in un’altra con ingegneri ai quali dovevo fornire indicazioni approssimative su una lavagna. Una procedura ripetuta per giorni, fino a quando Scott è andato da Steve e spiegò che sarebbe stato meglio che alcuni ingegneri potessero effettivamente vedere l’interfaccia utente.
Nonostante questa lieve flessione, molti ingegneri del team durante il debug erano separati da tendine per nascondere frammenti di codice che era ritenuto ancora top-secret. Alla fine comunque tutta questa segretezza ha condotto Apple sul tetto del mondo, rivoluzionando completamente il settore della telefonia mobile.
Via | Fastcodesign
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