Apple è stata chiara fin da subito, assicurando che l’impronta digitale utilizzata per sbloccare il dispositivo non sarebbe stata memorizzata né su iCloud né su qualsiasi altro server, ma soltanto nel processore A7 del dispositivo. Una recente dichiarazione del National Report va contro quanto appena detto, affermando che Apple condividerà il suo database di impronte digitali con NSA e FBI.
Secondo un certo Tim Richardson (presunto District Manager di Apple), le impronte raccolte sarebbero condivise con la National Security Agency, agenzia degli USA che, insieme all’FBI lavorerebbe da circa un anno ad uno speciale database pensato appositamente per raccogliere questo genere di informazioni
“I Database sono unificati: questa idea dello scanner di impronte digitali viene da qualcuno nel nostro governo” afferma Richardson, e prosegue “Francamente, se una persona è così incosciente da permettere la catalogazione da aziende senza volto e funzionari di governo di qualcosa di specifico e penalmente sfruttabile come le sue impronte digitali… Beh, non potete biasimarci per voler capitalizzare su questa cosa, giusto? Personalmente, credo che questo sforzo sosterrà un bene più grande. Inoltre, questo argomento non è contemplato nella Costituzione”.
Sono tante le ragioni per dubitare sulla veridicità di queste dichiarazioni. In primis, il National Reporter è famoso per aver riportato volontariamente bufale e notizie paradossali. In secondo luogo, sembra che non esista nessun Tim Richardson in Apple. Inoltre, nessun’altra testata giornalistica ha riportato questa notizia; Apple infine a quest’ora avrebbe già preso provvedimenti in merito, magari con il licenziamento del proprio funzionario che si sarebbe spinto con dichiarazioni così compromettenti.
Il punto però è un altro: Apple è stata chiara in merito, ma se un giorno dovesse venir fuori che i dati del Touch ID sono stati condivisi con organi governativi, sarebbe insensato lamentarsi visto che ogni singolo utente di iPhone 5S ha scelto liberamente di utilizzare questa funzione. Insomma, il messaggio è chiaro e diretto: fidarsi ciecamente delle promesse delle Corporation (tutte quante, non solo quelle di Apple) potrebbe rivelarsi una scelta azzardata.
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