2°Me… è la nuova rubrica di iSpazio dedicata completamente alle vostre opinioni! Vi abbiamo chiesto un parere riguardo la mossa della società di rendere WhatsApp un servizio in abbonamento, vediamo di seguito quali sono state le vostre risposte al sondaggio sulla nostra pagina Facebook…
Domanda
2°Me #20: E’ giusto che WhatsApp diventi un servizio a pagamento in abbonamento?
Dopo circa 2 giorni dalla sua pubblicazione il sondaggio ha ricevuto 172 voti, così ripartiti:
2°Me… Sì – 153 voti – 89%
2°Me… No – 19 voti – 11%
Non c’è storia, WhatsApp ha conquistato ormai tutti (o quasi), non sappiamo in futuro quale sarà la nuova tendenza, ma per ora poco importa se i nuovi clienti per utilizzarlo dovranno pagare un abbonamento annuale, il servizio che offre va ben oltre le richieste economiche e c’è gente che sarebbe disposta a pagare anche 10euro all’anno pur di non dover rinunciare a WhatsApp.
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Ricordiamo che WhatsApp fino alla settimana scorsa, tranne eventi eccezionali, era disponibile sull’App Store al prezzo minimo imposto da Apple per le App a pagamento, attualmente 89centesimi, ma con l’ultimo aggiornamento l’applicazione è divenuta gratuita per tutti e per sempre, mentre il servizio è a pagamento e costa 89centesimi all’anno.
Il primo anno è offerto in prova gratuita e per chi l’ha scaricata entro il 16 luglio 2013 (a pagamento o nei momenti in cui era gratis) potrà utilizzare l’applicazione senza ulteriori costi per tutta la vita. In pratica i nuovi clienti avranno un anno gratis e successivamente sarà come ricomprarla ogni anno.
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Parliamo di ben ottantanove centesimi! Ironia a parte, non è la cifra però che ha fatto storcere il naso a quell’11%, piuttosto il concetto: se un’App nasce come gratuita non può passare a pagamento e allo stesso modo se un’App nasce a pagamento non può passare in abbonamento periodico.
Secondo alcuni questo ragionamento si basa sul fatto che l’utente/cliente viene sfruttato oltre una certa soglia accettabile. Vi riporto a titolo di esempio il commento al sondaggio su Facebook di un nostro utente, Matteo:
Non sono contrario alla tariffazione. Però non la trovo così corretta. Trasformare un servizio gratuito in servizio a pagamento solo perché è diventato un servizio molto diffuso credo che sia scorretto. Anche perché il servizio rimane invariato. Se qualcosa nasce gratis deve restarlo. Secondo me. A prescindere da Whatsapp e dalla ridicola cifra di 89 cent all’anno.
Potete non essere d’accordo, ma sta di fatto che è un ragionamento come altri. Tutto sommato è la bassa cifra richiesta, 89cent a partire dal secondo anno, che fa ingoiare la pillola dell’abbonamento senza troppi pensieri, molto probabilmente molti avrebbero accettato anche cifre più alte, ma la percentuale del nostro sondaggio magari sarebbe stata diversa.
Superato il ragionamento economico e le questioni di principio, c’è chi solleva la problematica del pagamento e che ipotizza una minore diffusione futura di WhatsApp per via dell’impossibilità tecnica di pagare questo canone. Si può riassumere con questo commento di un nostro utente, Iacopo:
Più che se è giusto o no bisogna chiedersi se è sensato per loro metterla a pagamento: innanzitutto per via dell’infinità di alternative gratuite presenti (e a mio parere anche migliori), ma anche per via del fatto che gli utilizzatori medi sono giovani e giovanissimi, che non hanno a disposizione una carta di credito.
Anche questo è un interessante spunto di riflessione, ma personalmente io credo che offrendola gratis il primo anno questo ostacolo non sussista affatto, perché dopo un anno se ancora la usi ti impegni per trovare una soluzione al pagamento (qui ad esempio trovare dei consigli), cosa ben diversa se non l’hai mai scaricata perché a pagamento e allora ripieghi su alternativi gratuite.
In definitiva non sono molti che si lamentano degli 89centesimi annuali, e quelli che lo fanno sono mossi dal principio che un’applicazione gratuita non può cambiare le modalità di fruizione solo perché diventa famosa. Se volete esprimere il vostro voto o giudizio trovate il sondaggio sulla pagina facebook di iSpazio.
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