Quando iPhone è stato mostrato al pubblico nel 2007, il suo touchscreen di tipo capacitivo è stato una rivelazione nell’industria consumer del settore. Gli scomodi pennini sarebbero stato solo un ricordo del passato e bastava sfiorare lo schermo perché il dispositivo ricevesse l’input. Tuttavia, il materiale che permette tutto questo si sta esaurendo sulla Terra.
L’iPhone originale era stato spiegato al pubblico con la solita esuberanza di Jobs, che lo definiva con parole come magico ed incredibile. Come ben sappiamo, la tecnologia che sta alla base dei touchscreen capacitivi non ha similarità con il mondo dell’occulto, ma semplicemente il vetro dei dispositivi è ricoperto da una pellicola sottile e trasparente composta da un materiale chiamato ossido di indio e stagno.
Un report delle agenzia governativa statunitense ha informato che le riserve del prezioso materiale sarebbero in diminuzione ed i ricercatori stanno cercando un valido sostituto. Già nel 2011 il costo dell’ossido di indio e stagno sarebbe aumentato del 25% e la situazione potrebbe realmente divenire preoccupante nei prossimi anni, dal momento che una prima stima indicherebbe il 2020 come l’anno in cui le miniere esistenti potrebbero esaurirsi del tutto, vista la crescente richiesta del settore degli smartphone.
Entro quell’anno i ricercatori dovrebbero riuscire a trovare un sostituto, un nuovo materiale per produrre il rivestimento degli schermi touch capacitivi del futuro. Attualmente si sta studiando su soluzioni alternative, fra cui quella più probabile sembra essere il grafene con l’aggiunta di particolari tipi di cavi definiti Silver Nano che vantano un’ottima flessibilità e sono 10.000 volte più sottili dei capelli di un essere umano.
Via | CultOfMac
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