La scorsa settimana abbiamo parlato di PRISM, lo scandalo scoppiato nel mondo della telefonia mobile e dell’informatica in generale. Molte società avrebbero condiviso i nostri dati ad NSA ed FBI anche senza la richiesta di un mandato ufficiale. Fra queste si è pure fatto il nome di Apple, che smentisce perentoriamente in un comunicato stampa dell’ultima ora.
Apple ci tiene a precisare che non ha mai fatto parte allo scandalo che vedono coinvolti numerosi nomi delle società IT e di telefonia mobile. PRISM è un’operazione del governo americano che perdura da anni con cui le agenzie governative NSA e FBI avrebbe avuto il pieno accesso ai nostri dati immagazzinati su internet negli account delle società che avrebbero, di fatto, aderito al programma.
Apple aveva risposto da subito tramite un portavoce, escludendo qualsiasi partecipazione allo scandalo da parte della società. Tuttavia solo oggi, dopo circa 10 giorni, arriva il comunicato stampa in cui la società manifesta ufficialmente la propria innocenza.
“Due settimane fa, quando le compagnie tecnologiche sono state accusate di condividere indiscriminatamente i dati degli utenti con le agenzie governative, Apple ha reso pubblica una risposta chiara”, si legge all’interno del comunicato stampa. “Siamo venuti a conoscenza del programma PRISM quando le società informative ne hanno parlato lo scorso 6 giugno. Noi non forniamo l’accesso diretto ai nostri server ad alcuna agenzia governativa, ed ogni agenzia governativa deve ottenere un ordine del tribunale prima di poterci chiedere l’accesso ai contenuti dei nostri clienti.”
In sostanza Apple ha collaborato con le agenzie governative solamente nei casi in cui lo ha ritenuto opportuno e tramite un mandato formale da parte degli ordini giuridici, come in casi di smarrimento di minori, prevenzione di suicidi o altre situazioni critiche, vagliate una per una dalla stessa società.
Di seguito vi riportiamo il comunicato stampa ufficiale in lingua originale.
Apple’s Commitment to Customer Privacy
Two weeks ago, when technology companies were accused of indiscriminately sharing customer data with government agencies, Apple issued a clear response: We first heard of the government’s “Prism” program when news organizations asked us about it on June 6. We do not provide any government agency with direct access to our servers, and any government agency requesting customer content must get a court order.
Like several other companies, we have asked the U.S. government for permission to report how many requests we receive related to national security and how we handle them. We have been authorized to share some of that data, and we are providing it here in the interest of transparency.
From December 1, 2012 to May 31, 2013, Apple received between 4,000 and 5,000 requests from U.S. law enforcement for customer data. Between 9,000 and 10,000 accounts or devices were specified in those requests, which came from federal, state and local authorities and included both criminal investigations and national security matters. The most common form of request comes from police investigating robberies and other crimes, searching for missing children, trying to locate a patient with Alzheimer’s disease, or hoping to prevent a suicide.
Regardless of the circumstances, our Legal team conducts an evaluation of each request and, only if appropriate, we retrieve and deliver the narrowest possible set of information to the authorities. In fact, from time to time when we see inconsistencies or inaccuracies in a request, we will refuse to fulfill it.
Apple has always placed a priority on protecting our customers’ personal data, and we don’t collect or maintain a mountain of personal details about our customers in the first place. There are certain categories of information which we do not provide to law enforcement or any other group because we choose not to retain it.
For example, conversations which take place over iMessage and FaceTime are protected by end-to-end encryption so no one but the sender and receiver can see or read them. Apple cannot decrypt that data. Similarly, we do not store data related to customers’ location, Map searches or Siri requests in any identifiable form.
We will continue to work hard to strike the right balance between fulfilling our legal responsibilities and protecting our customers’ privacy as they expect and deserve.
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