Kaspersky Lab ha rilasciato i risultati di una nuova analisi in cui si indica un aumento sostanziale degli attacchi malevoli sui dispositivi mobile con Android al primo posto della classifica con margini straordinariamente elevati.
La diffusione di Android, così come la sua struttura estremamente aperta, ha indubbiamente sia aspetti positivi che negativi. Kaspersky Lab indica il sistema operativo mobile di Google come vittima della quasi totalità degli attacchi malware avvenuti nel primo trimestre 2013. La tipologia di virus più diffusa è rappresentata dai trojan, che occupa il 63% della totalità degli attacchi avvenuti nel periodo.
La società sostiene che sono più di 20.000 i nuovi virus in circolazione sui dispositivi mobile, di cui oltre 12.000 sono stati scoperti nel mese di febbraio, mentre 9.443 in quello di marzo. L’aumento, rispetto al 2012 è incredibilmente elevato, e si parla di una crescita di circa quattro volte il numero di malware scoperti nello scorso anno.
Le minacce su Android stanno raggiungendo una portata decisamente elevata e la situazione viene paragonata a quella di Windows negli anni passati. Le altre piattaforme mobile come iOS e Windows Phone, sono invece essenzialmente prive di malware e software a rischio. Google ha aumentato la sicurezza all’interno del proprio store online, ma la compagnia permette l’installazione di applicazioni liberamente anche da altre applicazioni ed altri store online, che potrebbero contenere software non controllato e quindi potenzialmente soggetto a virus e malware.
Il problema più grave è dovuto però all’incuranza di molti produttori che non aggiornano i propri dispositivi, vendendoli con software ormai vecchio e quindi decisamente più vulnerabile agli attacchi esterni. Meno del 10% fra tutti i dispositivi Android utilizza una versione superiore alla 4.0 e di certo Google non ha responsabilità in merito.
Complessivamente, più del 90% degli attacchi deriva da collegamenti ipertestuali malevoli, secondo quanto riportato da Kaspersky e la maggioranza degli attacchi provengono dall’America e dalla Russia.
Via | Electronista
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