Nel corso della giornata, Apple si è difesa dalle accuse di elusione delle tasse che spetterebbero al governo americano. In risposta, la società avrebbe a sua volta accusato il sistema di tassazione americano, che la porrebbe in una situazione di svantaggio nei confronti della concorrenza.
Nel dibattimento con la Sotto-Commissione del Senato statunitense, Apple si è trovata a doversi difendere delle accuse di elusione fiscale che ha dovuto affrontare nei giorni scorsi. Il Senatore Rob Portman dell’Ohio ha sollevato un affascinante punto di vista su tutto l’argomento.
Il sistema di tassazione americano è così sbagliato che Apple si trova in una condizione di svantaggio competitivo rispetto a Samsung nel momento in cui si deve considerare l’ammontare delle spese relative alle tasse a livello globale e per quanto riguarda la facilità con cui può avvenire il trasferimento di ingenti quantitativi di denaro fra i vari stati.
Portman sostiene che le due società affrontano globalmente la stessa pressione fiscale, di circa il 14%. Tuttavia, di tutti i soldi che Apple porta in America il 35% appartiene al suo governo. In paragone, Samsung opera in Sud Corea, dove la pressione fiscale è solamente del 25%.
Peter Oppenheimer, CFO di Apple, ha ovviamente dato ragione al senatore Portman sostenendo che “Samsung può trasferire agevolmente gli introiti, mentre noi non possiamo.”
In altre parole, da una parte Apple si trova costretta ad eludere le tasse, dall’altra così facendo si ritrova in una situazione di svantaggio rispetto a Samsung dal momento che non conviene trasferire i soldi guadagnati all’estero in America, limitando la società per quanto riguarda i grossi investimenti che altrimenti potrebbero fare.
In effetti non hanno tutti i torti da un punto di vista strettamente competitivo, ma cosa avrebbero detto se fosse stata una società italiana?
Via | CultOfMac
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