Quando le varie società dichiarano i propri dati di vendita purtroppo utilizzano metodi differenti, soprattutto Apple che si sofferma sui dati dei singoli prodotti venduti, mentre la concorrenza si basa sulle spedizioni ai rivenditori, rendendo i paragoni sempre più difficoltosi. Ma siamo così sicuri che i dati di Apple riguardino le vendite REALI dei prodotti di Cupertino?
Apple dichiara i propri dati di vendita, a differenza delle aziende concorrenti che dichiarano le spedizioni ai rivenditori. Questo significa che Samsung, HTC, Nokia e le altre aziende del settore non dichiarano i numeri reali degli utenti che comprano i dispositivi, ma solamente quelli che vengono distribuiti nei vari negozi e che in percentuale potrebbero rimanere invenduti.
È abbastanza riconosciuto il fatto che quando Apple dichiara le proprie vendite si basi sui numeri di iPad, iPhone ed iPod che vanno a finire realmente nelle mani dei clienti finali, senza considerare quelli che restano invenduti all’interno dei negozi o dei rivenditori autorizzati. Questi numeri però spesso sono in disaccordo con le stime delle società d’analisi dei vari settori, quindi è vero che Apple abbia un approccio diverso rispetto ai competitor? Vediamo di fare chiarezza.
L’interpretazione più comune infatti è che Apple dichiara i veri dati di vendita, mentre gli altri sono troppo “spaventati” dal farlo, rifiutandosi di condividere le reali vendite dei loro singoli prodotti. Due concorrenti, nello specifico Samsung ed Amazon, si rifiutano di offrire sia i dati delle vendite che quelli delle spedizioni ai rivenditori all’interno dei loro risultati trimestrali. Del resto non ci sono restrizioni legali che li obbligano a farlo. Questo grado di segretezza però gli permette di utilizzare strategie di marketing in modo da far sembrare che un prodotto specifico abbia una domanda superiore rispetto a quanto realmente avviene.
Con Apple il discorso è diverso, ma non è così semplice come sembra. Horace Dediu per Asymco ha dichiarato che anche Apple utilizza le “spedizioni ai rivenditori come metodo per dichiarare i dati di vendita, dal momento che è l’unico strumento che tutte le società hanno a disposizione”.
Apple ha un approccio certamente diverso rispetto ai concorrenti, come Samsung ad esempio. Questo si basa sulla possibilità di avere oltre 400 Apple Store in tutto il mondo, oltre ad un servizio di vendita online. Questi due canali gli permettono di avere risultati attendibili sulle vendite, basati su dati esatti. Le vendite riportate da questi canali infatti permettono di avere le stime dei prodotti che gli utenti hanno realmente tra le mani.
Ma Apple non vende solamente lungo questi due canali, dal momento che ha anche partner commerciali e rivenditori autorizzati, come Best Buy, Walmart, Target (in America), oltre che gli operatori telefonici in tutto il mondo. Apple ha dichiarato che solamente 5 su 38 miliardi di dollari provengono dalle vendite dei canali “ufficiali”.
Quando Apple dichiara di aver venduto 37,5 milioni di iPhone e 19,5 milioni di iPad, questo spesso viene inteso come se 37,5 milioni di utenti avessero altrettanti iPhone nelle loro mani e così anche per iPad. Ma fra questi ci sono sicuramente dei prodotti invenduti all’interno delle catene dei rivenditori autorizzati, o degli operatori telefonici.
In sostanza, anche se in minima parte, i dati di Apple sono viziati da elementi che le varie società non possono controllare e che non rappresentano il dato reale dai prodotti venduti ai clienti dalle varie società. Probabilmente i dati dei produttori concorrenti hanno margini d’errore più sostenuto, ma anche quelli della società di Cupertino non sono totalmente affidabili.
Via | GigaOM
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