Negli Stati Uniti i 4 principali operatori di telefonia si stanno adoperando per la costruzione di un database unico contenente tutti i codici IMEI dei dispositivi rubati, in modo tale da impedire un’eventuale riattivazione da parte di un altro operatore. Secondo il New York Times però, questa soluzione sarebbe inefficace.
La prima motivazione circa l’inefficacia del database unico statunitense sta nel fatto che un telefono rubato negli Stati Uniti molto spesso viene rivenduto all’estero e quindi fuori dalla capacità d’azione del sistema di difesa.
Anche se venisse creato un eventuale database mondiale però esso sarebbe altrettanto inefficace, in quanto molte cellule più o meno organizzate hanno metodi più o meno semplici per cambiare il codice identificativo del dispositivo e quindi agli occhi del database risulterebbe irrintracciabile.
Il New York Times, nel suo articolo, spiega dunque che servirebbe una soluzione alla base del problema, ovvero che i produttori di smartphone elaborassero un sistema per disattivare qualsiasi dispositivo a distanza. Ecco un estratto dell’articolo:
George Gascón, procuratore distrettuale di San Francisco, sostiene che i produttori di telefonia come Apple dovrebbero esplorare nuove tecnologie in grado di prevenire efficacemente i furti. Gascón ha dichiarato di aver incontrato nel mese di Marzo un dirigente di Apple, Michael Foulkes, per discutere su come l’azienda potrebbe migliorare i suoi sistemi antifurto. Egli però ha lasciato l’incontro senza una vera e propria promessa da parte dell’azienda sulla questione.
Egli ha poi aggiunto che “a differenza di altri tipi di crimine, questo è facilmente risolvibile tramite una soluzione tecnologica“.
Il New York Times paragona il furto di dispositivi elettronici a quello delle automobili, in quanto anch’esse negli ultimi anni sono sempre più difficili da rendere irreperibili e quindi i ladri spesso desistono dal rubarle.
È anche vero che aziende come Apple si stanno impegnando per aumentare la sicurezza del dispositivo tramite software quali Trova il mio iPhone, mentre per i dispositivi Android esistono soluzioni di terze parti altrettanto simile.
Queste soluzioni sono però spesso alquanto labili e quando Gascón dice che basterebbe una semplice implementazione tecnologica ha ragione. I più maliziosi pensano però che se una persona ha subito un furto, essa è costretta a ricomprare un nuovo dispositivo e quindi sarebbe solo un ulteriore guadagno per le aziende produttrici. Elaborare uno standard per i sistemi antifurto è invece visto solo come un costo.
Via | Macrumors
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