L’Antitrust ha finalmente individuato la discrepanza del prezzo degli SMS in Italia, rispetto agli altri stati d’Europa. Grazie alle consuete analisi di mercato sono stati promessi interventi mirati. Ma non è forse troppo tardi?
La media del prezzo commerciale all’ingrosso degli SMS in Italia era pari a 4,57 centesimi, nel gennaio 2012, decisamente più elevato rispetto ai circa 3,15 centesimi di media dei vari stati europei. I dati sono stati ufficializzati dall’Antitrust in seguito ad una segnalazione di Agcom. Il ricavo unitario dai “servizi di terminazione offerti all’ingrosso è stato pari a 4,5 centesimi nel 2011, a fronte di un prezzo medio ai clienti finali stimato a 2,3 cent”, si legge sull’Ansa.
Il problema c’è e lo abbiamo sentito tutti nel corso degli anni passati, ma un eventuale intervento non sarebbe troppo tardivo? Insomma, al giorno d’oggi credo che gli SMS siano utilizzati in minima parte, oramai quasi del tutto soppiantati dai servizi di messaggistica istantanea come WhatsApp o Facebook Messenger, che tramite una connessione ad internet permettono di inviare messaggi di testo in maniera del tutto gratuita.
L’Antitrust ha inviato un sollecito ad Agcom per svolgere le consuete attività di monitoraggio sull’evoluzione dei prezzi, elemento che dovrebbe portare i suoi frutti in un fenomeno che – a nostro avviso – ha ormai fatto il suo tempo.
Se comunque utilizzate ancora i servizi di SMS sarete felici di sapere che oggi, nel 2013, qualcosa sta cambiando anche in Italia.
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