Le terre rare rappresentano uno dei materiali più importanti per la produzione di prodotti elettronici, inclusi smartphone e tablet. Tuttavia, i giacimenti più sostanziosi sulla Terra si trovano quasi esclusivamente in Cina, elemento che ha portato ad un incremento del costo, in relazione alla crescita della richiesta.
Pertanto il ritrovamento di Yasuhiro Kato e del suo team della Tokyo University di un enorme giacimento di terre rare nei pressi dell’isola di Minami-Torishima, andrebbe interpretato in quest’ottica.
Grazie alla nuova scoperta, infatti, il Giappone potrebbe allentare le dipendenze con la Cina, oltre che fornire un’alternativa alle aziende che ne fanno massiccio uso, contrastando il monopolio attuale che vede protagonista la Cina stessa.
I giacimenti si troverebbero negli abissi marini, a circa 5.700 metri di profondità. Nonostante questo dettaglio, Kato sostiene che sia particolarmente facile raggiungerlo ed estrarlo, utilizzando tecniche ad aria compressa. Una sola nave sarebbe sufficiente per colmare il fabbisogno di un anno dell’intero Giappone.
“Non abbiamo bisogno di estrarre da quel giacimento in maniera intensiva”, sostiene il professore dell’Università di Tokyo. “Tutto quello di cui abbiamo bisogno è di fare in modo che la Cina abbassi i prezzi.”
Proprio in questo periodo risulta importante una strategia del genere, visto che la richiesta di terre rare di tantissimi paesi nel mondo (fra le prime USA ed Australia) sta crescendo esponenzialmente di anno in anno. È la Cina, come abbiamo detto poco sopra, a detenere un quasi assoluto monopolio nel mercato, che ha peggiorato la situazione ponendo dei limiti sulle quantità di terre rare esportabili all’estero, costringendo le varie compagnie a produrre direttamente in fabbriche in Cina.
Le terre rare non fanno solo parte dei nostri tablet e smartphone, ma possiamo trovarle in tantissimi prodotti di consumo come TV, laser, lampadine a basso consumo o accessori per autovetture, oltre che in componenti e strumenti militari.
Via | PhoneArena
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