Il sito Apple Insider ha pubblicato le riflessioni svolte da alcuni programmatori, in merito alla facilità di sviluppo di app che necessitano di attingere alle mappe dei due servizi cartografici. Vediamo quali sono i risultati.
Quando Apple ha rilasciato il nuovo servizio di Mappe all’interno di iOS 6, sono state moltissime le delusioni di pubblico e critica, denotando un netto peggioramento rispetto all’applicazione già presente su iOS 5, facente uso della cartografia di Google, mediamente più precisa ed affidabile.
Se dal punto di vista del consumatore finale le critiche sono state impietose nei confronti della società di Cupertino, la community degli sviluppatori ha visto sempre di buon occhio il cambiamento, garantendo loro l’utilizzo del software development kit (SDK) che Apple ha costruito e rifinito in cinque anni di sviluppo di iOS. Questo permette di integrare il servizio cartografico nativo all’interno delle applicazioni in maniera intuitiva e semplice, oltre che estremamente produttiva.
Su Apple Insider si legge che Michael Grothaus di Fast Company definisce il supporto di Apple agli sviluppatori come più maturo, completo ed “illimitato” ed offre vantaggi enormi rispetto alla piattaforma di Google. Fra le caratteristiche che mancano al servizio di Mountain View ci sono indicatori, polilinee ed overlay, tutti presenti e facilmente integrabili tramite gli SDK di Apple.
Le stesse riflessioni sono state mosse anche da Lee Armstrong, sviluppatore dell’app Plane Finder, per la ricerca di voli aerei, in cui le caratteristiche aggiuntive degli SDK di Apple hanno permesso la realizzazione di alcune sovrapposizioni complesse, indispensabili per un software di questo tipo, in modo tale che i piloti possano sfruttarlo al meglio. Con Google Maps queste non sono possibili.
Bryce McKinlay, sviluppatore di Tube Tamer, sostiene che grazie agli SDK di Apple è riuscito ad implementare degli indicatori animati, personalizzati e trascinabili sulla mappa, impossibili da realizzare con la piattaforma di Google. Questi sono gli stessi che ha utilizzato Steve Jobs nel lontano 2007, nella dimostrazione delle ricerche multiple del primo iPhone.
Sono stati tanti altri i motivi per cui questi sviluppatori hanno preferito utilizzare gli SDK di Apple. Prima di tutto quelli di Google non sono poi così “open source” come questa società lascia credere. Inoltre l’applicazione per iOS di Google Maps ha un frame rate fisso a 30FPS (probabilmente per risparmiare batteria), che dà una sensazione di “non fluidità” all’utente, rispetto a tutte le altre applicazioni su iOS.
C’è da dire che tutto ciò non cancella il fatto che le mappe utilizzate da Apple siano ancora mediamente più imprecise e povere di punti di interesse rispetto alla proposta della concorrenza, ma di certo le applicazioni di terze parti riescono ad avere un controllo migliore e garantire caratteristiche esclusive per un’esperienza d’uso più semplice ed immediata.
Per entrare più nel dettaglio nelle riflessioni degli sviluppatori vi invitiamo a consultare l’articolo originale nel sito Apple Insider.
Leggi o Aggiungi Commenti