PC Magazine ha pubblicato un articolo dell’editorialista John C. Dvorak, il quale è uno di quei rari esempi in cui si disegna una realtà non così catastrofica per il nuovo progetto di Apple. Ma non ci troviamo di fronte al più attendibile dei test.
L’idea di Dvorak era quella di provare i tre navigatori online più diffusi sulla piattaforma iOS, ma farlo in condizioni realistiche, in mezzo al traffico di tutti i giorni. L’editorialista è stato aiutato da Leo LaPorte e Glenn Rubenstein, che si trovavano in altre macchine guidati rispettivamente da Waze e Apple Maps. Dvorak utilizzava Google Maps.
Nello scenario “realistico”, il navigatore di Cupertino ha dato i migliori risultati, seguito da Google Maps e poi da Waze. Il sistema turn-by-turn di Apple è stato quello a garantire una navigazione migliore, dando notizie sul traffico in tempo reale più precise ed accurate rispetto ai due della concorrenza, oltre ad indicazioni più corrette. Alla fine del test Dvorak si chiede “a cosa sia dovuta tutta l’insoddisfazione che si cela dietro ad Apple Maps”.
Tiene a precisare che cercando il Campus di Cupertino tramite Street View, questo conduce verso alcuni bidoni dell’immondizia: “È un errore o un insulto?”
Dvorak, mai stato un fervido simpatizzante di Apple (da anni predice la morte di Macintosh ed iPhone), afferma che Google Maps negli ultimi tempi sta andando un po’ indietro, sia nella versione mobile che in quella desktop.
Tuttavia, un test del genere non riesce ad esprimere la realtà dei fatti. Apple Maps tecnicamente è un prodotto validissimo, forse fra i migliori nel suo campo, è giusto ammetterlo. Purtroppo va a scontrarsi con mostri sacri la cui cartografia è curata da più di un decennio, riportando luoghi e locali con una precisione a cui Apple Maps semplicemente non può ancora ambire. Per quanto io stesso preferisca utilizzare Apple Maps, mi sono ritrovato spesso a scegliere l’alternativa di Google proprio per l’assenza dei luoghi in cui avevo bisogno di andare.
Via | AppleInsider
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