Nel corso di un’udienza di ieri è stata negata a Samsung la possibilità di ripetizione dell’annoso processo contro Apple. Il colosso sudcoreano aveva cercato di giocare questa carta per via del coinvolgimento diretto del presidente della giuria, Velvin Hogan. Nel corso dello stesso dibattimento è stato negato il ban permanente dei 26 dispositivi Samsung accusati di aver infranto i brevetti di Cupertino.
È stato il canto del cigno di Samsung, in quello che possiamo considerare “IL processo del decennio nell’elettronica di consumo”. Sono tante le battaglie legali che vedono coinvolti enormi colossi multinazionali in tutto il mondo, ma è indubbio che in questo ci sia puntato il maggior numero di riflettori contro.
Samsung aveva chiesto, come sappiamo, che le decisioni prese all’interno del processo scorso fossero annullate, e che lo stesso processo venisse ricondotto da zero. Secondo i sudcoreani il presidente della giuria, infatti, sarebbe stato coinvolto direttamente nei casi dibattuti all’interno del processo: in particolare Hogan aveva già presieduto ad un dibattimento della società Seagate.
Seagate, oggi, appartiene per il 10% a Samsung, e proprio in relazione a quest’ultima dichiarazione i sudcoreani avevano chiesto la ripetizione del processo per cattiva condotta da parte del presidente della giuria, che secondo Samsung avrebbe tenuto nascoste queste informazioni intenzionalmente. Inoltre un’altra richiesta di Samsung era quella di effettuare un’udienza probatoria in cui tutti i membri della giuria avrebbero dovuto deporre in merito, dando informazioni sul peso delle dichiarazioni di Hogan in fase deliberatoria.
Le richieste della società sudcoreana sono state negate per via di due aspetti ben precisi: il primo è che Samsung avrebbe dovuto considerare la presenza di Velvin Hogan prima o durante la fase deliberatoria del processo. Infatti il colosso sudcoreano non ha mai menzionato la questione durante nessuna delle udienze. Inoltre sembra che la richiesta di Samsung vada in controtendenza con quanto dichiarato dal team legale durante un dibattimento.
Samsung non può essere credibile se dichiara sia che il comportamento della giuria è stato degno di grandi lodi, che allo stesso tempo così di parte da giustificare un nuovo processo.
Il giudice Koh ha comunque negato ad Apple la richiesta del ban permanente dei 26 prodotti Samsung coinvolti all’interno del processo. Secondo la sentenza diramata non ci sono elementi d’accusa così forti che possano far considerare l’immissione di un decreto ingiuntivo. In dibattimento ancora la questione relativa all’aumento della pena economica richiesta da Apple. Sappiamo tutti che il tribunale aveva deciso una pena di oltre 1 miliardo di dollari ai danni di Samsung, e che Apple aveva richiesto in seconda analisi 500 milioni in più.
Considerando la fermezza della giuria in quest’ultimo appello sembra che la strada futura per questo caso sia quasi stata tracciata, mantenendo lo stato attuale delle cose. Inoltre Koh ha già dichiarato che la richiesta dell’aumento della pena sarà esaminata seguendo altri criteri.
Via | TheVerge
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