Queste sono notizie che non vorremmo mai riportare. Il governo della Corea del Sud ha dichiarato che ci sono delle relazioni fra la morte avvenuta a causa di un tumore di un operaio e i cinque anni trascorsi in una delle fabbriche di Samsung.
Kim, questo il nome fittizio dato all’operaio morto per non rendere pubbliche le sue credenziali, aveva 36 anni lo scorso Marzo quando è deceduta per via di un tumore. La notizia è stata resa pubblica solo oggi, il giorno in cui la famiglia ha ricevuto il risarcimento per i danni subiti. Nonostante crediamo sia difficile poter barattare la vita di un figlio con un importo monetario, questa è la prassi.
Il ministro del lavoro sudcoreano ha riconosciuto “un considerabile rapporto di causa-effetto” fra il cancro di Kim e i cinque anni in cui la donna ha lavorato per Samsung in una delle sue fabbriche di microprocessori. Un gruppo attivista sudcoreano ha già accusato Samsung di essere colpevole per aver affrontato, in passato, la situazione in maniera del tutto superficiale. La noncuranza e il fatto di non aver installato un rilevatore di radiazioni in fabbrica avrebbe provocato l’esposizione diretta dei suoi operai a benzene ed altri agenti cancerogeni. Queste affermazioni però non possono essere ad oggi dimostrate.
Non si sa a quanto ammonta l’importo dei risarcimenti avuti dalla famiglia, qualsiasi sia la cifra comunque non sarebbe sufficiente a colmare la mancanza di un figlio. La Associated Press ha dichiarato che un portavoce di Samsung abbia riferito una cifra equivalente a quattro anni di stipendi completi nel ruolo che ricopriva la giovane lavoratrice.
Questo è il terzo caso simile per Samsung, che era stata considerata colpevole di aver contribuito al proliferarsi di malattie potenzialmente fatali all’interno delle proprie fabbriche. Il colosso sudcoreano non ha ancora rilasciato comunicazioni pubbliche in merito
Via | TheVerge
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