Guy Kawasaki, addetto al marketing per Apple dai tempi del primo Macintosh e divenuto poi Apple Evangelist, rivela a ReadWrite la sua conversione ad Android, spiegando i motivi per cui il sistema operativo di Google dovrebbe sostenere meglio la filosofia “Think different” di Steve Jobs.
Sono tonanti le parole di Guy Kawasaki, riconosciuto ex dipendente Apple dai tempi del primo Macintosh nel 1984. Guy Kawasaki in seguito aveva ricoperto il ruolo di “Apple Fellow” (titolo istituito dall’azienda di Cupertino per premiare i dipendenti migliori) diventando poi “Apple Evangelist”, cioè coloro che avrebbero “tramandato” la parola di Steve Jobs, a mo’ di profeta.
Durante un’intervista rilasciata a ReadWrite sembra che la vena profetica di Kawasaki sia passata al sistema operativo di Google:
La gente resta parecchio meravigliata (dai prodotti Apple), ma io non uso alcun prodotto iOS, nessuno in assoluto. Mi sono innamorato di Android con uno smartphone, per poi passare a Nexus 7, iniziando ad usare il sistema operativo di Google anche su tablet. La più grande ironia è che lo slogan di Apple era “Think Different”, ma oggi se tu la pensi diversamente, stai cercando un Android.”
Kawasaki preferisce i tablet da 7″, ma nemmeno la presentazione di iPad mini gli ha fatto cambiare idea: “Se ci fosse qualcosa di irresistibile su iPad mini che non ho sul Nexus 7 lo cambierei. Ma cos’ha di così invitante? Perché cambiare?”
L’ex Apple Evangelist è passato ad Android quasi per caso, perché aveva bisogno di un dispositivo con supporto alle reti 4G, ed ha inizialmente preso un Motorola Droid Razr Maxx, sostituendolo poi con un Samsung Galaxy S3. Nonostante l’uscita sul mercato di iPhone 5, con pieno supporto alle reti 4G, Guy Kawasaki non si sente di cambiare perché ritiene Android superiore.
Un’altra cosa che mi piace di Android è che non hanno stupidi cavi ed accessori. Posso andare in un hotel e se ho dimenticato il mio cavo posso chiederne uno alla reception. Posso usare tutti i miei dispositivi con lo stesso cavo. Che idea straordinaria! Un cavo standard!
Parole a dir poco sconvolgenti, se consideriamo il soggetto che le ha menzionate. Ma c’è da considerare una piccola cosa. Sembra che Kawasaki abbia recentemente avuto rapporti di tipo professionale con Samsung, e che l’azienda sudcoreana lo abbia aiutato a pubblicizzare il suo ultimo libro: What the Plus!: Google+ for the Rest of Us.
Kawasaki nega che le sue affermazioni siano pilotate dalla sua collaborazione con Samsung, affermando che potrebbe comprare qualsiasi terminale gli piaccia. Non usa Android perché è più economico, o perché glielo concedono gratuitamente in relazione ai rapporti professionali avuti di recente. Semplicemente lo preferisce ad iOS.
Affermazioni senza dubbio poco condivisibili per noi aficionados del marchio di Cupertino, soprattutto in relazione ad iPad mini che, personalmente, lo ritengo decisamente superiore al corrispettivo Nexus 7 che ho diffusamente provato in passato. Ma anche in ambito smartphone la situazione è simile. Le caratteristiche predominanti di iOS su Android, del resto, sono sempre le medesime e sfiderei chiunque a dirne il contrario: fluidità, velocità, parco App decisamente sterminato e di qualità, sistema totalmente integrato con gli altri prodotti Apple, senza considerare i vantaggi in temini di design e qualità costruttiva. E non dimentichiamolo: se si usano esclusivamente prodotti Apple (per gli innumerevoli vantaggi che la cosa costituirebbe) il cavo è sempre il medesimo, per quanto la cosa possa essere così essenziale.
Via | ReadWrite
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