E’ chiaro che ogni Apple user avrebbe voluto vedere la mela abituarci all’eccellenza (come ha fatto spesso in passato) con il nuovo servizio mappe proprietario che è sbarcato su iOS. Le nuove mappe, però, non hanno dimostrato l’impeccabilità dimostrata in altri frangenti dagli uomini Apple e questo ha costretto alle scuse il CEO in persona, Tim Cook, ha riempito la blogosfera (e non solo quella) di “polemiche” e quant’altro.
In realtà dopo l’uscita del nuovo iPhone e dopo un po’ di ambientamento si comincia a guardare anche sotto al guscio del sin qui poco riuscito progetto. E si scopre, ad esempio, di quanto le nuove mappe siano più “leggere” e prestanti in termine di performance di quelle che Google offriva su iOS 5. Andiamo a vedere nel dettaglio a cosa è dovuta questa differenza.
Il punto è questo. Probabilmente se le nuove mappe di Apple fossero state l’80% più accurate sarebbe stata tutta un’altra storia. E, senza dubbio, sarebbe stata questa la cosa che ad ogni utente sarebbe balzata subito come evidente. Purtroppo non è così, sappiamo bene dei problemi emersi, alcuni veniali e altri meno, ma certamente le basi su cui Apple ha costruito la piattaforma delle proprie mappe ha potenzialità assolute.
Il team di Gizmodo ha effettuato dei test. Ha ricercato indirizzi di località americane, aeroporti, strade. Ha effettuato diverse operazioni di zooming in e out sia sul servizio mappe Apple che su quello di Google su un dispositivo con iOS 5. Il risultato è stato notevole. Per ogni operazione il team ha riscontrato un uso della connessione dati di 1.3 Mb su Google Maps e di soli 271Kb sul servizio mappe di Apple. Addirittura, per operazioni di zooming il servizio mappe di Apple riusce a consumare dati in misura inferiore di 7 volte quelli necessari al servizio di Google.
Il motivo è semplice. Mentre su iOS, Google Maps ha sempre usato grafica rasterizzata (anche le mappe di Google sono vettoriali ma solo su Android), la cartografia utilizzata da Apple, come abbiamo avuto già modo di accennare, è completamente vettoriale. Questo comporta buone performance e grandissimo risparmio di banda. Per coloro i quali non abbiano idea di cosa sia un elemento di grafica vettoriale facciamo un banale esempio. Un’immagine, come una bitmap, è costituita da un insieme di pixel. L’immagine altro non è che una “lista” in cui, pixel per pixel, ne viene definito il colore. Il risultato d’insieme è un’immagine che altro non è che una griglia di pixel.
Nell’immagine vettoriale, invece, il concetto di immagine è assolutamente diverso. Nelle informazioni di un file che contiene un elemento in grafica vettoriale non sono conservate le informazioni su come “colorare” i singoli pixel ma su come disegnare l’intera immagine. Immaginate un’immagine su sfondo bianco con una lettera a disegnata nel mezzo. In grafica rasterizzata nel file troveremo le informazioni su quali pixel colorare in nero affinché il risultato sia una lettera a nera. In formato vettoriale, invece, è come se trovassimo le istruzioni che diranno al nostro dispositivo semplicemente di “disegnare una lettera a nera”.
Se volete un esempio banale del vantaggio della grafica vettoriale potete cliccare qui (grazie a wdesign.altervista.org)
Al di là dell’esemplificazione estrema è facilmente intuibile come, due elementi grafici identici, possano poi arrivare a “pesare” in maniera così differente. Se tutto ciò, in presenza di connessioni veloci può essere un dettaglio, nell’uso quotidiano, specie in territori come il nostro in cui anche la presenza del segnale 3G è tutt’altro che costante, ciò si rivela essere certamente un vantaggio.
Le mappe di Apple sembrano essere state costruite su basi solide, la grafica dell’applicazione su iOS è ben curata e ha un’ottima visualizzazione degli elementi, la cartografia realizzata partendo dalle mappe di Tom Tom, leader nel settore dei navigatori da anni. Le basi ci sono, il lavoro ancora da fare, anche.
Via | CultofMac
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