L’innovazione è il motore della tecnologia, e questa risiede nel software tanto quanto nell’hardware. Ecco quindi spuntare nuovi brevetti registrati da Apple per migliorare l’esperienza dell’utente nella battitura del testo via tastiera virtuale: analisi contestuale, del tempo di battitura e della posizione delle lettere le parole chiave delle invenzioni. Scopriamole.
I brevetti, nel particolare, sono tre e sono tutti correlati all’input dell’utente. I primi due direttamente, con l’auto-correzione e l’auto-completamento mentre l’utente scrive; il terzo riguarda il miglioramento delle ricerche sul web o all’interno di documenti tramite interpretazione della richiesta.
Tempo e Geometria
Il primo della batteria è intitolato “Abbinamento delle informazioni sul tempo e la geometria per la correzione del testo” e descrive un processo che utilizza, appunto, le informazioni sul tempo di battitura tra le singole lettere e la loro posizione reciproca per capire cosa l’utente voleva scrivere.
Citando il documento ufficiale di richiesta, “Per esempio, se la stringa “theere” è immessa e il tempo tra le pressioni dei tasti “ee” si discosta in negativo più di un valore di soglia dal tempo “di base”, al sostituto candidato “there” potrebbe essere assegnato un punteggio maggiore.”
In parole povere, l’algoritmo determinerà con l’uso del dispositivo la velocità media di scrittura dell’utente. Grazie a questo dato, poi, riuscirà intelligentemente a capire – incrociando i dati sul tempismo con quelli sulla geometria (distanza tra le lettere) – se davvero volevamo scrivere quello che abbiamo scritto o semplicemente abbiamo immesso una doppia di troppo o tappato la lettera adiacente a quella voluta (alvero invece che albero, ad esempio).
Parti del discorso
Questo brevetto, invece, si chiama “Uso del riconoscimento di parti del discorso e di nomi propri per la correzione di errori di ortografia” e utilizza la comprensione del contesto della frase per individuare eventuali errori nonché uso improprio di maiuscole/minuscole.
I dettagli tecnici sono, in questo caso, abbastanza avanzati e si parla di “modelli statistici” per i linguaggi. In sostanza l’algoritmo dovrebbe eseguire un’analisi dei campi semantici, dei suffissi e dei prefissi e capire perciò se parliamo di una “green apple” (mela verde) o del “CEO of Apple” (amministratore delegato di Apple).
Ricerca del contesto
La terza e ultima invenzione riguarda l'”Uso di modelli di linguaggio statistici per la ricerca contestuale” e utilizza gli stessi princìpi della precedente, ma con un diverso campo d’applicazione: le stringhe di ricerca.
Che si tratti di un documento o del Web, l’analisi delle parti del discorso può rivelarsi utile per capire più efficientemente la richiesta sottostante alla stringa inserita dall’utente: si tratta di interpretare e comprendere le intenzioni dell’utente.
In ultimo, ricordiamo come alcuni brevetti legati all’autocorrezione siano stati utilizzati nelle battaglie legali della Mela con quella che – ormai – è la sua più grande concorrente: Samsung; in quel caso si trattava di “Metodo, sistema e interfaccia grafica utente per fornire suggerimenti sulle parole.”
Infine, un personale appunto a margine: per quanto ritenga utile la funzione di autocorrezione degli iDevice, mi ritrovo spesso a utilizzare parole non presenti in quello che definirei “vocabolario italiano standard” (leggasi neologismi, forestierismi); ho rimediato grazie al “Tap to correct” (i suggerimenti vengono applicati con un tap e non in automatico) dell’utile tweak ManualCorrect per dispositivi con jaibreak che abbiamo recensito anche qui su iSpazio.
Via | AppleInsider
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