Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, dal quartier generale californiano della sua compagnia, ha suonato la campanella che da il via alle contrattazioni della seduta di Wall Street che vedrà il debutto in borsa della sua creatura. Vestito con la solita felpa con cappuccio, Zuckerberg ha premuto il pulsante circondato da centinaia di dipendenti che applaudivano. Dopo aver raccolto 16 miliardi di dollari in uno dei piu’ grandi collocamenti della storia degli Usa, il titolo Facebook ha iniziato ad essere scambiato sul circuito Nasdaq alle 17 ora italiana.
Occhi puntati sull’Ipo (Initial Public Offering) piu’ importante degli ultimi anni (104 miliardi di capitalizzazione di mercato di partenza). Il 18% delle azioni del gruppo è stato così immesso sul mercato con una quotazione fissata a 38 dollari ad azione e rappresenta la più sostanziosa operazione nella storia della net-economy e la seconda di tutti i tempi dopo la quotazione di Visa, il colosso specializzato nella gestione delle carte di credito. Il gruppo fondato da Mark Zuckerberg, in queste condizioni, si trova ad avere un valore complessivo di oltre 100 miliardi e al termine dell’offerta pubblica dovrebbe ritrovarsi in cassa un surplus di 19 miliardi di dollari. Il timone della compagnia resta comunque nelle mani di Zuckerberg che, con una quota del 18,7% delle azioni, si garantisce comunque la maggioranza dei diritti di voto.
La seduta di oggi, cominciata con qualche minuto di ritardo, non manca della attesa frenesia attorno al titolo. In apertura il titolo Faceboook guadagnava oltre il 10% sebbene l’aria di ottimismo verso il colosso di Menlo Park lasci più di qualche dubbio ed incertezza per il futuro. I motivi?
Le maggiori preoccupazioni sono legate alla sopravvalutazione di Facebook, sottolineata nei giorni scorsi da esperti e analisti. Il cuore di Facebook, sotto il profillo economico, è rappresentato dalle entrate pubblicitarie, che rappresentano circa l’85% degli introiti del gruppo. Il restante delle entrate è quasi totalmente garantito dal colosso Zynga, grazie alla sua piattaforma di social gaming.
Scomponendo il valore del gruppo sulla base del numero di utenti, però, il dato che ne deriva è che con la quotazione a 38 dollari per azione ogni investitore si troverebbe a pagare circa 110 dollari per utente: un valore decisamente superiore ai profitti garantiti (4 dollari a utente) fino a oggi dal social network. Rimanendo nell’ambito delle valutazioni matematiche, il valore complessivo del gruppo sarebbe quantificato in oltre 100 volte gli utili annuali, contro 14 di Apple e 19 di Google.
Tuttavia nel futuro della società è prevista la nascita di un mercato di e-commerce interno basata sui Facebook credits e non mancano altre novità sul fronte dell’advertising. Facebook ha deciso, infatti, di introdurre i post a pagamento, chiamati Highlights, che permetteranno agli utenti, per la cifra di 1,80 dollari (circa un Euro), di aumentare la visibilità dei propri messaggi sul social network.
Riuscirà Facebook nell’impresa? O questa avventura finirà alla pari delle tante bolle speculative di internet che in passato hanno fatto tremare Wall Street?
Via | AGI
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