Sicuramente i veterani del mondo iOS avranno sentito parlare di George Hotz, meglio conosciuto come GeoHot, il ragazzo prodigio che a soli diciassette anni riuscì ad effettuare nell’estate del 2007 il primo jailbreak dell’iPhone. Il giovane hacker ha dato il via ad una vera e propria battaglia informatica.
Nell’estate del 2007 Apple ha rilasciato l’iPhone, in una partnership esclusiva con AT&T. George, all’epoca diciassettenne da Glen Rock, in New Jersey, era un abbonato a T-Mobile: voleva un iPhone, ma voleva anche effettuare chiamate usando la rete a cui si era sottoscritto, perciò ha deciso di hackerare il telefono.
Dopo settimane di ricerca con altri hacker online, Hotz ha realizzato che far credere al dispositivo che un chip fosse stato rimosso, sarebbe stata la carta vincente. Usando un cacciavite Phillips per occhiali per rimuovere le viti nel retro del telefono ed inserendo un plettro, è riuscito a trovare il suo obiettivo: il processore della baseband, il chip che regola gli operatori con cui l’iPhone può “interagire”. Successivamente, saldando un filo con un po’ di voltaggio su questo chip, ha scombinato il codice, portando quindi il telefono sotto il suo totale controllo.
Il giorno dopo, George ha girato nella cucina della casa dei suoi genitori uno dei video che è passato alla storia.
Il ragazzo sparì quindi dalla scena per circa un anno, tornando nel 2009 con ben tre programmi:
- purplera1n, il primo programma uscito per la modifica del 3Gs;
- BlackRa1n, che forniva un jailbreak untethered per iPod Touch 1G/2G, iPhone 2G e 3G, mentre un jailbreak tethered per gli allora nuovi iPhone 3Gs e iPod Touch 3G;
- Blacksn0w, che sbloccava la baseband di iOS 3.1.2.
Tornò quindi alla ribalta nel 2010 con Limera1n, rilasciando il jailbreak untethered di iOS 4.1 per tutti i dispositivi supportanti e nel 2011 pubblicò in rete ciò che può essere definito il jailbreak per la Playstation 3, rimasta inespugnata per ben cinque anni. Quest’ultima modifica però gli è costata una causa da parte di Sony.
La popolarità che ha suscitato il caso, ha attirato l’attenzione degli Anonymous, un famosissimo gruppo di hackers che combatte per difendere la libertà d’informazione, scatenando una vera e propria guerra contro Sony. Questi hackers però non sono responsabili del durissimo attacco che la società nipponica subì sulla piattaforma Playstation Network. A causare quest’altro scenario, che si potrebbe benissimo definire una “guerra informatica“, sono stati i LulzSec, una “frazione” indipendente di Anonymous che hackera i siti internet per puro divertimento.
Sebbene la questione tra Sony e George Hotz – e quindi anche quella di Anonymous, dato che protestavano per difendere il giovane – sia finita all’inizio dell’aprile 2011, i LulzSec hanno continuato la loro azione vandalica fino a Giugno, mettendo in ginocchio per oltre due mesi il PSN e segnando pesanti perdite a livello economico nelle tasche di Sony. Ad oggi, si sa che questo piccolo gruppo è stato del tutto smantellato a causa di vari arresti per tutto il globo.
Di recente infine, si è parlato di geohot per un’assunzione presso Facebook e un suo arresto poiché era in possesso di droga. Se siete interessati a leggere l’intero reportage sulla storia di George, potete farlo dall’interessante articolo del NewYorker.
Via | iMore
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