In questi ultimi tempi nascono a ritmo accelerato numerosi servizi di cloud. Oltre al classico iCloud per i terminali iOS, oggi possiamo contare su numerosi servizi alternativi per i nostri dispositivi. Questi potrebbero limitare le motivazioni che spingono gli utenti ad effettuare il jailbreak?
In poche settimane, ci sono stati almeno uno o due annunci di sviluppatori che avrebbero creato una loro app per fornire servizi di storage a distanza, permettendo quindi di godere dei benefici del backup e della condivisione in rete dei propri file, tipici dei servizi cloud. Il vantaggio per i dispositivi iOS che questi nuovi sviluppatori stanno portando, è l’integrazione di numerose app con i servizi di cloud.
I servizi come Box o Dropbox forniscono applicazioni che svolgono le mansioni di un file manager, come il Finder di OSX o Windows Explorer, che l’azienda di Cupertino ha sempre rifiutato di introdurre nei sistemi iOS dal lancio dell’iPhone nel 2007. Apple è sempre stata del parere che non dovremmo avere bisogno di gestire i file su un iPhone o qualsiasi dispositivo iOS così come siamo abituati a fare con un Mac o un PC. L’utente dovrebbe semplicemente lavorare con dati o file attraverso le app, esattamente come organizziamo le foto in iPhoto o la musica e gli spettacoli televisivi in iTunes.
Certo, in alcune situazioni agli utenti non importa veramente sapere dove certi file siano salvati. Non importerebbe un granché avere informazioni su dove vengono memorizzati i file dell’edicola o i nostri iBook fino a quando abbiamo la tranquillità che le modifiche, come appunti e sottolineature, vengono salvati su iCloud. Tuttavia questo sistema risulta limitato per altri lavori come la creazione e l’organizzazione di contenuti, in particolare se questi devono essere condivisi con altri utenti. Intorno a questo tipo di utilizzo, il metodo scelto da iOS diventa uno svantaggio.
Per evitare questi problemi, la maggior parte degli sviluppatori hanno costruito un proprio servizio di cloud personale o scelgono di affidarsi a servizi già noti. Molte aziende sono disposte a stringere accordi con produttori come Cubby di LogMeIn, Dropbox o OneCloud di Box. Queste partnership nascono in parte proprio dai deficit che iOS integra come per l’appunto la capacità di lavorare con i file nello stesso modo con cui siamo abituati a fare solitamente con altri dispositivi.
Tramite il jailbreak siamo riusciti a portare, anche se illegalmente, un file manager nel nostro dispositivo sfruttando per esempio l’applicazione iFile. Con essa, siamo in grado di navigare attraverso il file system di iOS, possiamo vedere molti file come immagini, video, testi, file HTML, file di iWork, PDF e file compressi. Possiamo rinominare, copiare e spostare un file oltre che condividerlo con l’esterno tramite bluetooth, allegato email o altri metodi.
Questi nuovi servizi cloud potrebbero quindi portare ad una riduzione dei jailbreak? Ovvio, il jailbreak viene effettuato per molte altre cose, ma se fosse solo per la mancanza di un file manager, il cloud (non-Apple) potrebbe portare gli utenti a non sentire più la necessità dello sblocco? Fatecelo sapere nei commenti!
Via | Cultofmac
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