Come vi avevamo già parlato in questo articolo, il DOJ (Department of Justice) statunitense ha da poco ufficializzato l’apertura di una causa nei confronti di Apple e degli editori Hachette Livre, Harper Collins, Simon&Schuster, Penguin e Verlagsgruppe di Georg von Holzbrinck (anche proprietario della tedesca MacMillan).
L’accusa è quella di aver costituito un cartello intorno al mercato degli e-book, in particolare con l’adozione del cosiddetto modello “di agenzia” che affida il controllo sul prezzo finale agli editori e non ai rivenditori. Tutto questo rappresenterebbe una violazione delle leggi statunitensi in materia di antitrust ed il DOJ ha così deciso di citare in giudizio la società di Cupertino.
Tuttavia, stando alle ultime notizie, sembra che gli editori coinvolti Harper Collins, Hachette e Simon & Schuster abbiano già raggiunto un accordo per bloccare la causa: interromperanno gli attuali accordi firmati con Apple, molto probabilmente rinegoziandoli, consentendo ad Amazon e ad altri rivenditori di riadattare un modello di vendita che non pregiudiche gli sconti sugli e-book. Inoltre per la bellezza di cinque anni, gli editori sopracitati non potranno prendere accordi basati sulla “clausola della nazione più favorita” che assicura al rivenditore sempre il prezzo migliore ed è inoltre proibita la collaborazione tra di esse.
In un’intervista rilasciata al Washington Post, l’analista Shawn Wu afferma che la questione è senz’altro “risolvibile”. La vicenda però, stando ad altre fonti, potrebbe colpire persino l’Australia. Vi terremo aggiornati.
Via | SlashGear
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