Il successo senza precedenti di iPhone nasce dalla combinazione di molteplici fattori, non ultimo dei quali è stata certamente l’abilità da parte di Apple di creare una meravigliosa sinergia tra hardware e software, riuscendo a rivolgersi a una grande fetta di utenza, dagli appassionati al mercato di massa. La “Apple-cultura” costruita negli anni grazie al mondo Mac e l’hype che circonda i prodotti Apple, naturalmente, sono poi diventati la chiave di un successo a tratti incontenibile. Tuttavia secondo molti esperti, la “frammentazione” che tanto soffre l’acerrimo nemico Android, disponendo sul mercato di una moltitudine di versioni differenti del proprio sistema operativo, potrebbe essere un problema che iOS non potrà completamente evitare in futuro. Sarà veramente così?
Per quanto riguarda il sistema operativo mobile di Google, una serie di fattori ne causano l’eccessiva frammentazione ritenuta, da molti, uno dei più grossi problemi di Android. Per prima cosa, Android è open source e i partner chiave di Google, quali Samsung, HTC e LG possono modificare secondo le proprie esigenze il sistema operativo in diversi modi. Mentre i miglioramenti del sistema operativo non hanno necessariamente un impatto diretto per quanto riguarda la frammentazione, essi però fanno rallentare il processo di sviluppo, aumentando così la quantità di tempo che gli utenti devono aspettare per ricevere gli aggiornamenti delle versioni personalizzate dai rispettivi vendor.
Il designer industriale Chris Sauve ha recentemente pubblicato un’interessantissima analisi approfondita riguardo alla frammentazione di Android, in cui emerge chiaramente che il 2012 è in realtà l’anno di Gingerbread, che è stato inaugurato ben 15 mesi fa, alla fine del 2010 nonostante Android 4.0 Ice Cream Sandwich sia stato presentato alla fine del 2011 e Android 5.0 Jelly Bean sia in arrivo entro la fine dell’anno.
Utilizzando i dati ottenuti da 50 diversi sviluppatori di software mobili, Sauve ha analizzato la situazione di Apple riguardo l’adozione delle varie versioni di iOS negli ultimi 21 mesi, ovvero dall’introduzione di iOS 3.0.
Suave ha anche analizzato il rate di adozione delle diverse versioni di iOS rispetto al lancio di ogni versione, per vedere quanto velocemente ogni generazione sia stata adottata da parte degli utenti finali.
Infine, un interessante confronto trai tassi di adozione delle varie versioni di iOS e Android.
Guardando questi grafici notiamo in realtà che il momento di maggior “frammentazione” dell’ecosistema mobile di Apple è stato nel 2010, e se diamo un’occhiata al tasso di adozione di iOS 3.0 sarà immediato capirne il motivo. Da allora, tuttavia, il tasso di adozione delle nuove versioni di iOS è stato notevole.
“iOS 5 ha catturato,infatti, circa il 75% di tutti gli utenti iOS mentre nello stesso lasso di tempo Gingerbread è riuscito ad ottenere il 4% di tutti gli utenti Android”, ha scritto Suave nella propria analisi. “Ancora più sorprendente è che 15 settimane dopo il lancio, iOS 4 era al 70% e iOS 5 era al 60%, mentre Ice Cream Sandwich è riuscito ad avere solo l’1% nello stesso arco temporale. Se qualcuno si chiedesse come mai iOS abbia avuto un ecosistema meno frammentato rispetto Android, negli ultimi due grafici troverà certamente una risposta”.
“I dispositivi iOS hanno raggiunto in media un tasso di adozione al 10% ben 300 volte più velocemente rispetto alle versioni di Android, quota 30% 19 volte più velocemente e quota 50% 7 volte più in fretta”
Il tasso di adozione delle release future di iOS sarà probabilmente ancora più impressionante, grazie all’introduzione del meccanismo di aggiornamento over-the-air che Apple ha introdotto in iOS 5. Con la possibilità di effettuare il backup dei dati su iCloud e il sistema di notifiche sul dispositivo quando gli aggiornamenti vengono resi disponibili, l’obbligo di connessione a un PC per effettuare l’aggiornamento non sarà più un fattore di limitazione così pesante come lo era in passato, permettendo al mercato di massa un aggiornamento più costante e più semplice dei propri device.
Questo sarà fondamentale in quanto gli sviluppatori non dovranno preoccuparsi eccessivamente della compatibilità delle proprie applicazioni alle versioni più vecchie del sistema operativo. Tutto ciò garantisce e garantirà un miglioramento della qualità delle applicazioni stesse, fornendo quell’esperienza d’uso così notevole che è sempre stata una delle caratteristiche principi dei prodotti della mela. Il futuro di Android? Questo grafico dimostra che il problema della frammentazione sarà difficilmente risolvibile nel breve periodo, nonostante gli sforzi notevoli di Google in tal senso.
Via | BGR
Leggi o Aggiungi Commenti