Walter Isaacson con la sua biografia di Steve Jobs ha portato davanti ai nostri occhi un personaggio di cui avevamo qualche idea ma non conoscevamo nei dettagli. Spesso, racconta lo scrittore, Jobs faceva lunghe passeggiate con i rappresentanti di altre aziende, convincendoli a seguire i suoi progetti e sostenere le sue cause. A volte però anche l’ex-CEO ha cambiato idea e si è fatto convincere dagli altri. E’ il caso del noto assistente vocale Siri.
Dopo aver avviato la collaborazione con l’azienda sviluppatrice di Siri, Jobs inizio ad avere qualche perplessità sul nome ed il significato della parola Siri, che in norvegese sta a significare “bella donna che guida alla vittoria” ed espresse la volontà di modificarlo prima di utilizzarlo su iPhone 4S.
A riferirlo è Yoni Heisler co-fondatore di Siri a NetworkWorld, che ricorda come scelse questo nome per l’azienda:
Avevo lavorato con una donna chiamata Siri in Norvegia ed in quel momento cercavo un nome da dare a mia figlia. Siri mi piaceva e cercando sul web notai come il dominio fosse libero ed utilizzabile. Mi convinsi a chiamare così mia figlia ed anche la mia azienda.
Heisler insistette con Jobs per convincerlo ad accettare il nome Siri ed utilizzarlo su iPhone 4S (ricordiamo che l’App era già disponibile gratuitamente in App Store) e solo dopo 3 ore di chiacchierata davanti al caminetto di casa, finalmente l’ex-CEO si convinse ed accettò di nominare così l’importante nuova funzione del melafonino.
Quando si dice che la perseveranza premia…
Via | AppleInsider
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