Il presidente e amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè, in occasione del MWC di Barcellona, si lamenta della sproporzione tra il volume del traffico dati e i ricavi che le compagnie ottengono: tanto traffico e poco guadagno, problemi e possibili soluzioni.
Al Mobile World Congress spagnolo il dirigente italiano, in veste di presidente del GSMA, l’associazione che riunisce gli operatori mondiali e che organizza l’MWC stesso, ha infatti sottolineato che “Oggi l’80% del traffico della telefonia mobile è dedicato ai dati, ma vale soltanto il 20% dei ricavi. Le percentuali sono invertite se si considera la voce. Questo modello di business non è sostenibile”.
Secondo Bernabè si tratta fondamentalmente di un problema “regolatorio e competitivo”, che ha l’effetto di “vedere il calo dei ricavi per utente”. Con l’esplosione degli smarphone si è infatti venuta a creare una richiesta di banda dati mobile mai vista prima, che costringe gli operatori a continui investimenti in infrastrutture: si stima che nei prossimi 3-4 anni saranno spesi 800 milioni di dollari, complessivamente, dall’industria dei servizi di rete mobile.
In questo momento, per esempio, ci si concentra (anche se non nel nostro paese) sulla transizione al 4G LTE, che garantisce velocità teoriche più che doppie rispetto all’ultima revisione dell’odierno 3G (100Mb/s – 42Mb/s). Per quanto riguarda l’Italia si dovrà, sebbene Vodafone e Telecom Italia Mobile abbiano già cominciato le sperimentazioni, aspettare ancora almeno un anno.
Tra le soluzioni che sono state proposte per riparare allo “squilibrio” tra dati e voce e aumentare i ricavi risulta l’NFC (Near Field Communication), una tecnologia per scambio di dati a distanze ridotte che vedrà probabilmente il suo massimo utilizzo nei pagamenti. In quest’ottica il cellulare potrebbe essere associato a una carta di credito, a un conto bancario oppure – come gli operatori sperano – al credito presente nella SIM stessa.
Bernabè ha affermato che “L’Italia può fare la sua parte, a Milano a ottobre si terrà l’NFC Summit e la città avrà la possibilità di creare un importante polo di attenzione”, mentre la sua Telecom non resta certo con le mani in mano, stipulando accordi con società francesi per sviluppare questo tipo di tecnologie.
Il presidente chiede poi collaborazione ai grandi produttori di telefoni nonché a grandi realtà del web: Apple e Google, per citare due esempi, hanno infatti beneficiato degli investimenti degli operatori senza condividere minimamente le spese sostenute da questi ultimi.
Voi che ne pensate: ha ragione Bernabè a chiedere un contributo per le spese oppure, al contrario, gli ISP e i player di internet e dell’hardware devono continuare per le loro rispettive strade?
Via | IlSole24Ore
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