Nuovi dettagli sull’assemblea degli azionisti di Apple, con Tim Cook che risponde alle domande poste riguardo al pagamento dei dividendi e al frazionamento delle azioni.
Vi avevamo già parlato a grandi linee dell’assemblea degli azionisti, ma stavolta entriamo nel dettaglio e analizzare alcune domande e risposte che hanno preso forma nel corso della riunione.
In primo luogo parliamo di un’osservazione che viene da un’azionista e rivolta al CEO Tim Cook: con i 100 miliardi di dollari di liquidità che l’azienda si ritrova in pancia, ha detto l’uomo, sarebbe auspicabile non il pagamento dei dividendi agli azionisti, quanto investire quei soldi in accordi di licensing per iTunes riguardanti le offerte di film e programmi televisivi, in modo da ampliare l’offerta.
Se proprio questi dividendi dovessero essere distribuiti, suggerisce ancora, allora che questi vengano pagati – per questioni fiscali – solamente agli azionisti privilegiati.
Nel rispondere alle domande Cook ha seguito grossomodo la precedente strategia di Jobs, con commenti generali riguardo all’argomento e poi una vera e propria risposta alla domanda: “Spendiamo molto, ma abbiamo ancora molto” – ha detto il CEO – sottolineando come in campo musicale iTunes copra praticamente tutto e, in quello dell’intrattenimento audio-video, abbia a disposizione ben 40000 film e 70000 serie e programmi televisivi.
In ultimo, ha notato che iTunes Store non è il vero motore della crescita di Apple, ed è considerato dalla dirigenza un servizio “non per il profitto”, ma per la convenienza degli utenti; d’altronde, i veri guadagni derivano dalla vendita di hardware.
In secondo luogo è stato chiesto a Cook da un altro azionista di elencare i pro e contro di un eventuale frazionamento delle azioni emesse: l’amministratore delegato ha detto che il consiglio di amministrazione di Apple ha considerato la questione molto attentamente, giungendo al verdetto che un frazionamento “non cambierebbe nulla”.
Il prezzo delle azioni, che potrebbe cambiare subito dopo un frazionamento, tornerebbe al suo valore originale col tempo e, infine, un numero maggiore di azioni sul mercato si ripercuoterebbe su maggiori commissioni di compravendita per alcuni acquirenti.
Via | AppleInsider
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