Grandi novità e grandi progetti sono allo studio per rivoluzionare il cuore dei prodotti mobili Apple e non solo. Vediamo approfonditamente cosa hanno in serbo per noi i nuovi processori della mela morsicata.
Partiamo subito con una premessa: tutti conosciamo i processori che equipaggiano gli iDevice. I chip denominati A4, A5 ed il prossimo A6, nonostante quello che sembri, non sono interamente progettati da Apple.
I chip in questione sono dei PoP (Package on Package) SoC (System on Chip): nello stesso microchip sono in realtà contenuti due package, montati uno sopra l’altro, che insieme concentrano tutto il necessario affinché un sistema funzioni, escluse ovviamente le periferiche. Tradotto semplicemente, contengono CPU, GPU (Processore Grafico), RAM e tutto ciò che Apple riesce a far entrare (unità per il riconoscimento facciale, cancellazione del rumore et similia.)
(struttura di un chip Package on Package – CC con modifiche)
Per quello che riguarda la CPU, il progettista originario è ARM Holdings plc, una società britannica fabless, cioè coinvolta solo ed esclusivamente nel design dei componenti e non nella produzione, che dà in licenza i suoi design ad Apple (oltre che a tutti i suoi competitor, ovviamente). Apple, a questo punto, modifica i progetti ricevuti per adattarli alle sue esigenze, ad esempio introducendo specifici miglioramenti (magari per ridurre il consumo), o integrando il processore con la GPU.
Quest’ultima è invece progettata da Imagination Technologies, altra società inglese, che produce i famosissimi processori grafici PowerVR. Anche in questo caso, Apple acquista il design e lo adatta, facendolo entrare nel suo piccolo microchip all-in-one.
Mancano solo le memorie, che sono contenute nel “package sul package” e quindi saldate proprio sopra il System on Chip, come se si trattasse di un grattacielo, in modo da formare un unico e compatto componente.
Per darvi un’idea più precisa, il modello montato su iPhone 4, iPad e iPod 4G, cioè Apple A4, è in realtà costituito da una CPU con core ARM Cortex-A8, un processore grafico PowerVR SGX 535 e, “al piano superiore”, 256 o 512 Megabytes di RAM DDR a basso voltaggio.
Apple A5, l’ultimo sfornato dalla casa, contiene invece una CPU dual core ARM Cortex-A9 MPCore, un acceleratore PowerVR SGX543MP2, sempre dual core, e 512MB di DDR2 a basso voltaggio.
Dopo avere visto come un A-chip di Apple è veramente fatto, possiamo finalmente parlare di quello vi abbiamo annunciato in apertura: la novità o, meglio, l’evoluzione!
ARM ha da poco presentato una nuova famiglia di core, denominata Cortex-A7 MPCore, che ha la doppia caratteristica di essere multicore e a bassissimo consumo. A questa, si aggiunge l’altra faccia della medaglia: l’architettura Cortex-A15, che è davvero, davvero potente.
E, se i Latini avevano ragione, se davvero “in medio stat virtus”, allora prepariamoci a un processore sensazionale: si vogliono integrare entrambe le architetture in un unico design che è stato soprannominato, con molta fantasia, big.LITTLE.
In pratica, mentre il dispositivo è in standby o, ad esempio, lo usiamo per chattare, chiamare o mandare email, tutti task poco dispendiosi dal punto di vista computazione, rimarranno accesi solo ed esclusivamente i core A7 a basso consumo. Quando, invece, vorremo giocare all’ultimo titolo per iPhone, vorremo rifarci gli occhi con il concentrato di tecnologia del momento, a quel punto big.LITTLE si preoccuperà di far entrare in funzione anche i core A15.
(l’architettura big.LITTLE spiegata in un’immagine di ARM)
La cosa più bella di questa nuova architettura, infatti, è che la gestione dei core sarà totalmente trasparente al sistema operativo, in questo caso iOS: sarà totale cura del processore decidere quali e quanti core utilizzare (possono esserne presenti fino ad otto, di cui quattro A15 e quattro A7).
Con big.LITTLE si potranno quindi coniugare consumo ridotto e prestazioni eccezionali, binomio ideale per ogni produttore di dispositivi mobili. L’unico problema è che per avere questo salto generazionale ci vorrà del tempo: probabilmente non vedremo big.LITTLE sul mercato prima del 2013.
C’è da dire che, tuttavia, che quest’attesa potrebbe essere lautamente ripagata da ancora un’altra sorpresa: un Mac con processore ARM. A tal proposito, se non è un mistero che iOS sia basato su Mac OS X, resta nel buio l’accoppiata hardware-software di un eventuale Mac ARM.
Che si tratti di iOS che gira su un MacBook Air? Oppure di Mac OS X ricompilato per architettura ARM? Per ora non possiamo dire nulla, neanche a livello di indiscrezioni. Basti sapere che, tecnicamente, non sussistono particolari problemi: una volta Mac OS era compilato e funzionava esclusivamente su processori RISC, i PowerPC (abbandonati in seguito alla transizione agli Intel x86 del 2006).
L’architettura dei core ARM è dello stesso tipo, e nulla impedisce ad Apple, dopo essere passata da RISC a CISC (appartengono a questa famiglia i processori x86-compatibili, tutti i PC/Mac/notebook da casa e ufficio insomma), di compiere la transizione all’inverso.
O, magari, lo sta già facendo. Voi che ne dite?
Leggi o Aggiungi Commenti